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Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina, in diretta
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Le notizie di lunedì 25 aprile sulla guerra in Ucraina: Esplosioni in Transnistria. Svezia e Finlandia verso la richiesta di adesione alla Nato tra il 16 e il 22 maggio. Cinque stazioni ucraine sotto attacco: almeno 5 morti. Di nuovo orrore a Mariupol, scoperta una fossa comune.
Un palazzo bombardato a Kharkiv (Ap)
Questa diretta è terminata: trovate a questo link il nuovo articolo con tutte le notizie di oggi, 26 aprile, in diretta, sulla guerra in Ucraina • La guerra in Ucraina è arrivata al 61esimo giorno: siamo nel terzo mese di conflitto. • Nella giornata di ieri, si è svolto il colloquio tra il segretario di Stato americano Blinken, quello alla Difesa Usa Austin, e il presidente ucraino Zelensky. «Mosca sta fallendo i suoi obiettivi», ha detto oggi Blinken; «Vogliamo una Russia indebolita al punto da non poter più fare altre guerre», le parole di Austin. • Il capo delle Ferrovie ucraine ha comunicato un attacco su 5 stazioni nel giro di un'ora. Secondo le autorità locali ci sarebbero morti (almeno 5) e feriti. • Putin: «Usa e Ue vogliono distruggerci dall’interno». • Il ministro della Difesa di Putin, Lavrov non esclude «la terza guerra mondiale» ma dice che la Russia continua il suo percorso di trattative. Questa diretta è terminata: trovate a questo link il nuovo articolo con tutte le notizie di oggi, 26 aprile, in diretta, sulla guerra in Ucraina
La Russia ha lanciato attacchi missilistici contro infrastrutture civili della città costiera di Ochakiv, nella regione meridionale ucraina di Mykolayiv. Lo rendono noto le autorità locali, citate dal «Kyiv Independent». L’amministrazione militare regionale riferisce che le truppe russe hanno utilizzato lanciarazzi Smerch per colpire edifici civili e strutture residenziali. Il bilancio delle vittime è al momento di un civile ferito.
L’Ucraina chiede all’amministrazione Biden di fornire almeno 2 miliardi di dollari al mese in aiuti economici di emergenza, sostenendo che la mancata consegna di tale somma potrebbe esacerbare la crisi umanitaria causata dall’invasione della Russia. Lo riporta il «Washington Post», ripreso dall’agenzia Ukrinform. Presentandosi a Washington per incontri con alti funzionari statunitensi, il ministro delle finanze ucraino Serhii Marchenko ha affermato che il suo Paese sta cercando un totale di almeno 5 miliardi di dollari al mese in assistenza internazionale — di cui circa 2 miliardi provenienti dagli Stati Uniti — per coprire i bisogni immediati per aprile, maggio e giugno. Oltre a questa somma, in futuro è prevista un’ulteriore richiesta a lungo termine per aiutare l’Ucraina a riprendersi da quello che si stima sia un danno molto maggiore causato dalla guerra. Secondo Marchenko infatti, a causa del conflitto il governo ucraino può attualmente aumentare le entrate fiscali solo per il 54% delle sue spese, una cifra che esclude i costi militari. Marchenko ha affermato che l’Ucraina sta cercando il sostegno economico per continuare a pagare le pensioni, gli stipendi per i funzionari dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione e altre esigenze umanitarie. Il Senato americano ha già approvato un disegno di legge che assegna 14 miliardi di dollari all’Ucraina. Il 21 aprile il segretario al Tesoro, Janet L. Yellen, ha detto che l’amministrazione Usa sta lavorando per inviare al Congresso un’ulteriore richiesta di aiuto per l’Ucraina.
Il Regno Unito ha annunciato la rimozione di tutti i dazi doganali per i prodotti ucraini e il divieto di esportazione di alcune tecnologie sensibili in Russia, al fine di aiutare Kiev a far fronte all’invasione russa. «I dazi su tutte le merci importate dall’Ucraina saranno ora ridotti a zero e tutte le quote saranno abolite», ha affermato il governo britannico in un comunicato. Tale misura risponde a una richiesta diretta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, viene specificato nella nota. La misura si riferisce in particolare a orzo, miele, pollame e pomodori in scatola esportati dall’Ucraina nel Regno Unito. «Continueremo a fare tutto ciò che è in suo potere per sostenere la lotta dell’Ucraina contro l’invasione brutale e non provocata di Putin e contribuire a garantire la sicurezza e la prosperità a lungo termine dell’Ucraina e del suo popolo», ha affermato nella dichiarazione il segretario britannico al Commercio internazionale Anne-Marie Trevelyan. Il Regno Unito ha inoltre vietato l’esportazione in Russia di alcuni prodotti e tecnologie che «potrebbero utilizzare per reprimere l’eroico popolo ucraino», in particolare apparecchiature per l’intercettazione e la sorveglianza delle comunicazioni. «Ciò chiuderà tutte le scappatoie esistenti per garantire che la Russia non acquisti questi prodotti dal Regno Unito», afferma la dichiarazione del governo britannico.
È entrato in vigore a Kiev il coprifuoco notturno dal lunedì al venerdì a causa delle «azioni provocatorie» della Russia, ha detto il capo dell’amministrazione militare regionale Oleksandr Pavliuk in un post su Telegram. Il coprifuoco durerà dalle 22 alle 5 ora locale. «Vi ricordiamo che durante il coprifuoco è vietato sostare per strada e in altri luoghi pubblici, spostarsi con i mezzi o a piedi», ha detto Pavliuk ricordando che coloro che sono coinvolti in lavori a infrastrutture critiche e che hanno un permesso speciale sono esenti dalla misura. «Durante la legge marziale è importante aderire ai requisiti e alle decisioni che vengono attuate sul campo. Tali misure aiutano a proteggere la popolazione dalle azioni provocatorie del nemico», ha aggiunto Pavliuk.
I rappresentanti di circa 40 Paesi si riuniranno oggi in Germania su invito degli Stati Uniti per rafforzare la difesa dell’Ucraina, che, secondo il segretario alla difesa americano Lloyd Austin, «può vincere» contro la Russia se le verranno forniti i mezzi. L’incontro alla base aerea statunitense di Ramstein, nella Germania occidentale, è programmato per «generare capacità aggiuntive per le forze ucraine», ha detto Austin, di ritorno da una visita a Kiev. «Possono vincere se hanno il giusto equipaggiamento, il giusto supporto», ha detto dopo il viaggio, durante il quale ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, insieme al segretario di Stato Antony Blinken. Gli Stati Uniti, che forniscono la maggior parte degli aiuti militari internazionali all’Ucraina, vogliono «dare loro il tipo di supporto, il tipo di artiglieria e munizioni che saranno efficaci in questa fase della lotta», ha detto il capo del Pentagono in una conferenza stampa in Polonia, non lontano dal confine ucraino. Kiev ha richiesto artiglieria pesante e blindati nel tentativo di respingere le forze russe nelle vaste pianure meridionali e orientali del paese, ma l’attrezzatura di fabbricazione russa che le forze ucraine sono state addestrate a usare sta diventando scarsa.
«La Russia perde l'ultima speranza di spaventare il mondo per il sostegno all'Ucraina. Da qui il discorso di un «reale» pericolo della Terza Guerra Mondiale. Questo significa solo che Mosca avverte la sconfitta in Ucraina». Lo scrive su Twitter il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba. «Per questo il mondo deve raddoppiare il sostegno all'Ucraina in modo da prevalere e salvaguardare la sicurezza europea e globale», aggiunge.
Russia loses last hope to scare the world off supporting Ukraine. Thus the talk of a ?real? danger of WWIII. This only means Moscow senses defeat in Ukraine. Therefore, the world must double down on supporting Ukraine so that we prevail and safeguard European and global security.— Dmytro Kuleba (@DmytroKuleba) April 25, 2022
Russia loses last hope to scare the world off supporting Ukraine. Thus the talk of a ?real? danger of WWIII. This only means Moscow senses defeat in Ukraine. Therefore, the world must double down on supporting Ukraine so that we prevail and safeguard European and global security.
«Non penso che Serghei Lavrov sia pronto per una conversazione seria». Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un'intervista all'Associated Press, sottolineando di non ritenere che la «Russia sia pronta a trovare soluzioni al tavolo dei negoziati». Se tuttavia, ha aggiunto Kuleba, «vedrò che il loro atteggiamento cambierà supererò il mio disgusto e mi siederò al tavolo» con Lavrov. Prima il presidente russo Vladimir Putin accetterà di incontrare Volodymyr Zelensky, più sarà probabile che si avvicini la fine della guerra, ha detto ancora il ministro di Kiev. «Non do una garanzia al 100%, ma ho fiducia nel mio presidente. È preparato e sa come negoziare», ha sottolineato ancora ribadendo la posizione di Zelensky che continuare l'escalation a Mariupol rischia di mandare all'aria i negoziati con la Russia. «Quella sarà la linea rossa», ha detto.
«Tutti nel mondo, anche coloro che non ci sostengono apertamente, concordano sul fatto che è in Ucraina che si decide il destino dell'Europa, il destino della sicurezza globale, il destino del sistema democratico». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo ultimo video-discorso, ripreso dai media internazionali. «Tutti nel mondo, anche coloro che non ci sostengono apertamente, concordano sul fatto che è in Ucraina che si decide il destino dell'Europa, il destino della sicurezza globale, il destino del sistema democratico». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo ultimo video-discorso, ripreso dai media internazionali. «La Russia — ha continuato il leader ucraino — può spendere enormi risorse per sostenere la guerra. Per opporsi anche all'intero mondo libero. Ma le lezioni della storia sono ben note. Se hai intenzione di costruire un Reich millenario, perdi. Se hai intenzione di distruggere i vicini, perdi. Se vuoi ripristinare il vecchio impero, perdi». «Molte città e comunità — ha osservato Zelensky — sono ancora sotto il controllo temporaneo dell'esercito russo. Ma non ho dubbi che sia solo questione di tempo prima di liberare la nostra terra. In due mesi hanno usato più di 1.100 missili contro di noi. Innumerevoli bombe e artiglieria. Hanno torturato, derubato, giustiziato. Hanno minato la nostra terra. Città e villaggi pacifici furono trasformati in un inferno. Alcune città e comunità ucraine sono state rase al suolo. Ma non hanno ottenuto nulla. E non ci riusciranno». «Un mese fa — ha concluso il presidente ucraino — dovevamo ancora convincere diversi Paesi che scommettere sull'Ucraina significa vincere. E ora lo sanno tutti».
È probabile che il raccolto di grano ucraino diminuisca del 20% quest’anno rispetto al 2021 a causa della riduzione delle aree di semina a seguito dell’invasione russa, secondo il Ministero della Difesa del Regno Unito. «L’Ucraina — scrive su Twitter il dicastero britannico — è il quarto produttore ed esportatore di beni agricoli al mondo. La riduzione dell’offerta di grano dall’Ucraina genererà pressioni inflazionistiche, aumentando il prezzo globale del grano. I prezzi elevati dei cereali potrebbero avere implicazioni significative per i mercati alimentari globali e minacciare la sicurezza alimentare globale, in particolare in alcuni dei Paesi meno sviluppati economicamente».
Latest Defence Intelligence update on the situation in Ukraine - 25 April 2022 Find out more about the UK government's response: https://t.co/GTz05lanun ?? #StandWithUkraine ?? pic.twitter.com/cTCajm8Y7p— Ministry of Defence ?? (@DefenceHQ) April 25, 2022
Latest Defence Intelligence update on the situation in Ukraine - 25 April 2022 Find out more about the UK government's response: https://t.co/GTz05lanun ?? #StandWithUkraine ?? pic.twitter.com/cTCajm8Y7p
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha chiesto al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, di premere con Vladimir Putin per l’evacuazione della città di Mariupol nella sua visita al Cremlino di oggi. Si stima che circa 100.000 persone siano intrappolate nella città mentre un contingente di combattenti ucraini resiste alle forze russe in un’acciaieria dove si stanno rifugiando anche centinaia di civili. «È un cosa che l’Onu è in grado di fare», ha detto il ministro di Kiev in un’intervista all’Associated Press esprimendo tuttavia la preoccupazione che Guterres possa «cadere nella trappola» di Mosca. Kuleba ha anche espresso apprezzamento per la visita a Kiev dei segretari di Stato e alla Difesa americani Antony Blinken e Lloyd Austin, definendoli «due rappresentanti del Paese che ha fatto di più per l’Ucraina».
Kuleba says the U.N. secretary-general should primarily focus on the evacuation of Mariupol when he visits Moscow, referring to the city where an estimated 100,000 people are trapped while a contingent of Ukrainian fighters hold out against Russian forces. https://t.co/kNY1cOeJmS— The Associated Press (@AP) April 25, 2022
Kuleba says the U.N. secretary-general should primarily focus on the evacuation of Mariupol when he visits Moscow, referring to the city where an estimated 100,000 people are trapped while a contingent of Ukrainian fighters hold out against Russian forces. https://t.co/kNY1cOeJmS
L’amministrazione Biden sta valutando un pacchetto da 5 miliardi di aiuti per fare fronte alla crisi alimentare globale provocata dalla guerra in Ucraina. Lo riferiscono fonti informate all’agenzia Bloomberg. La proposta avrebbe al Congresso il sostegno bipartisan di repubblicani e democratici. Nel weekend il senatore dem Chris Coons ha guidato una delegazione Usa a Roma per fare il punto con i vertici della Fao sulla situazione in Medio Oriente, Africa e altri Paesi in difficoltà in tutto il mondo.
Il primo ministro della Bulgaria, Kiril Petkov, ha annunciato su Facebook il lancio di una campagna di raccolta fondi per l’Ucraina e ha donato per primo un mese di stipendio, invitando i suoi concittadini a seguire il suo esempio. Lo riportano i media bulgari e ucraini. «L’invio di aiuti militari all’Ucraina richiede unità politica ma anche sociale. Ci sono molte opinioni estreme nella sfera pubblica sull’argomento. Penso che sia giunto il momento di trasformare questa energia pubblica in azione reale», ha scritto Petkov chiedendo di aiutare finanziariamente l’Ucraina «per l’acquisto di munizioni». «Chiedo a tutti i cittadini bulgari che vogliono davvero aiutare l’Ucraina di donare uno stipendio come me. È facile parlare, ma fare è difficile: è tempo che i post su Facebook diventino fondi per l’Ucraina», ha incalzato il premier in un messaggio sul social network. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha ringraziato pubblicamente Petkov. «Siamo grati al primo ministro per aver avviato una campagna pubblica per raccogliere fondi per l’Ucraina e aiutarci a rafforzare le nostre difese: questa mossa dimostra la vera solidarietà della Bulgaria con l’Ucraina», ha scritto Kuleba su Twitter. La Bulgaria — ricorda l’agenzia Ukrinform — ha condannato l’invasione russa dell’Ucraina, ha votato a favore delle sanzioni dell’Ue contro la Russia e ha accolto più di 90.000 rifugiati ucraini. Tuttavia non c’è consenso nella coalizione di governo a quattro partiti sull’opportunità di inviare armi e munizioni a Kiev.
La «Ukrainian Freedom Orchestra», un progetto congiunto del Met New York Opera e dell’Opera nazionale polacca, partirà per un tour europeo e americano a partire dal 28 luglio. L’orchestra è composta principalmente da musicisti ucraini rifugiati dopo la guerra nel loro Paese, così come da membri ucraini di orchestre europee e da musicisti di Kiev, Odessa, Lviv, Leopoli e Kharkov che hanno preso le armi ma le lasceranno momentaneamente per il progetto. Il tour durerà tre settimane, fino al 20 agosto — dopo dieci giorni di prove a Varsavia — e porterà gli artisti nel Regno Unito, in Francia, Germania e Olanda, prima di attraversare l’Atlantico per Washington e New York. Eseguiranno opere del compositore ucraino Valentin Silvestrov, così come Chopin, Brahms, Beethoven e Dvorak. Il denaro raccolto durante il tour sarà destinato alla sopravvivenza degli stessi artisti ucraini. In una dichiarazione congiunta, i direttori dei due teatri d’opera di New York e della Polonia hanno ricordato che «la musica può essere un’arma potente contro l’oppressione, e questo tour mira a difendere l’arte ucraina e i coraggiosi artisti che lottano per la libertà del loro Paese».
Quattro attacchi sono stati lanciati ieri sera contro la regione nordorientale ucraina di Sumy dal territorio della Russia. Lo riporta il Servizio della guardia di frontiera ucraina, citato dall’agenzia Ukrinform. In particolare, spiega la fonte, armi pesanti sono state sparate dal villaggio russo di Tiotkino in direzione di quello ucraino di Rivne nel distretto di Konotop. Sono state registrate un totale di 15 esplosioni. Si è sentito anche il fuoco di armi leggere nella zona di confine vicino allo stesso villaggio. Altre due esplosioni, a seguito dell’uso di armi pesanti, sono state registrate tra i villaggi di Buniakino e Nova Sloboda nello stesso distretto. In mattinata erano stati lanciati diversi attacchi missilistici sulla città di Ochakiv, nella regione di Mykolayiv.
Non è rimasto molto di Novotoshkivka, un piccolo villaggio a sud-est di Severodonetsk nell’oblast di Lugansk, secondo il nuovo video di droni diffuso dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk. La CNN ha geolocalizzato e confermato l’autenticità del video. I separatisti sostenuti dalla Russia affermano che gli ucraini l’hanno fatto esplodere quando si sono ritirati dalle loro posizioni nel villaggio. Serhiy Hayday, l’amministratore regionale di Lugansk, ha confermato che le forze ucraine si sono ritirate, ma ha affermato sulla sua pagina Facebook che sono stati i russi a decimare il villaggio attraverso ripetuti attacchi aerei. Intervistato dalla televisione ucraina, Hayday ha detto che i russi «continuano a radere tutto al suolo» e che «purtroppo, non ci sono quasi più case rimaste in piedi a Novotoshkivka. Le nostre truppe si sono ritirate un po’, ma non molto, perché non c’era più nulla a cui aggrapparsi, non c’era un posto dove tenere la difesa», ha detto.
I russi hanno preso il controllo dell’edificio del consiglio comunale di Kherson, nel Sud dell’Ucraina: lo ha reso noto il sindaco della città, Ihor Kolykhayev. Sebbene Kherson sia una città controllata dai russi dall’inizio di marzo, anzi sia l’unica grande città sotto il controllo russo, il consiglio comunale funzionava ancora sotto il controllo ucraino. Il sindaco ha riferito che uomini armati hanno preso il controllo dell’edificio, poi hanno portato via le chiavi e sostituito le guardie di sicurezza ucraine con guardie proprie. Il sindaco ha precisato di aver lasciato l’edificio alle 19:45 ora locale.
«Gli ucraini si stanno difendendo con forza e lo stanno facendo con il sostegno che abbiamo coordinato da tutto il mondo». Lo ha scritto su Twitter il segretario di Stato americano Antony Blinken a poche ore dalla sua visita in Ucraina con il ministro della Difesa Usa Lloyd Austin. «Siamo arrivati a Kiev dalla Polonia. Abbiamo visto persone nelle strade e abbiamo avuto la prova evidente che la battaglia per Kiev è stata vinta», ha scritto ancora Blinken raccontando della missione. «Ma sappiamo anche questo è in forte contrasto con altre zone dell’Ucraina dove l’esercito russo continua a compiere atrocità».
A Mosca si è svolta in serata una prima prova, in notturna e senza armi, della parata che si terra’ il 9 maggio, in occasione del 77esimo anniversario della vittoria sulla Germania Nazista. Lo ha riferito un giornalista di Ria Novosti. Il ministero della Difesa russo aveva anticipato che le prove notturne si sarebbero svolte il 28 aprile e il 4 maggio. La prova generale della sfilata si svolgerà invece il 7 maggio alle ore 10:00. In totale, quest’anno prenderanno parte alla parata sulla Piazza Rossa 11mila persone, con armi ed equipaggiamenti militari e speciali, oltre a 77 aerei ed elicotteri.
La Russia ha messo in guardia contro il pericolo «reale» di una terza guerra mondiale. La ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. «Una guerra nucleare è inaccettabile. I rischi sono molto significativi, questo pericolo non deve essere sottovalutato, anche se ci sono molti pronti a gonfiare artificialmente questa minaccia». La Russia, continua Lavrov, «vuole continuare i negoziati di pace». «La buona volontà ha i suoi limiti. E se non è reciproca questo non contribuirà al processo negoziale» ma «noi continueremo a portare avanti negoziati con la delegazione del (presidente ucraino) Volodymir Zelensky, e i contatti proseguiranno», ha detto Lavrov.
«Nessuno è al sicuro dalle sanzioni» ed è probabile che gli Stati Uniti impongano altre misure economiche contro la Russia per l’invasione in Ucraina: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, rispondendo a chi le chiedeva se gli Stati Uniti sanzioneranno Alina Kabaeva, la giovane considerata la compagna del presidente russo Vladimir Putin. Psaki ha detto che l’amministrazione rivede costantemente le sanzioni e non esclude che anche Kabaeva possa finire in futuro nel mirino.
«Faremo tutto il possibile per respingere le ambizioni di Putin di espandersi in Ucraina e oltre». Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, in un briefing con la stampa. «La Russia non è riuscita a raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina grazie al coraggio degli ucraini e al nostro aiuto», ha sottolineato.
La Russia ha lanciato due missili nell’area di Odessa dalla Crimea ma uno non ha raggiunto il bersaglio ed è caduto in acqua e l’altro è stato neutralizzato dall’antiaerea ucraina. Lo scrive su Telegram il presidente dell’oblast di Odessa Maxim Marchenko citato da Ukrainska Pravda .
Vicino a Mariupol , nel villaggio di Stary Krym , è stata scoperta una fossa comune, è la terza nei pressi della città . Lo riporta Ukrinform citando il consiglio comunale della città. Secondo il sindaco Vadym Boychenko i russi stanno «coinvolgendo la popolazione civile» nelle sepolture costringedoli a lavorare per ottenere in cambio cibo e acqua.
Allarme aereo in molte regioni dell’Ucraina. Sui canali Telegram ucraini si invitano i cittadini a ripararsi e a restare sintonizzati in attesa di aggiornamenti da parte delle autorità.
Via la Z dal film di apertura del Festival di Cannes dopo le proteste dell’Istituto Ucraino. L’organizzazione fa sapere in una nota che «sostiene la decisione del regista Michel Hazanavicius di cambiare il titolo francese del suo film». In origine, il film si chiamava Z (comme Z), in omaggio al film di genere zombie. «Dal momento che la lettera Z — spiega la nota — ha assunto un significato bellicoso con la guerra di aggressione condotta contro l’Ucraina dal governo russo, non può esserci tale confusione o ambiguità». Il film è stato quindi ribattezzato «Coupez!» (Taglia!) in francese. Il titolo internazionale resta «Final Cut».
A Kherson i militari russi hanno occupato l’edificio dell’amministrazione. Come riportato dai media locali, hanno tolto le bandiere ucraine e ordinato a tutti gli impiegati di lasciare l’edificio.
«Vai e stupra le ucraine, ma non dirmi nulla e usa i condom». In una telefonata intercettata dal servizio di sicurezza ucraino una donna invitava il marito al fronte con l’esercito russo a stuprare le donne ucraine. Oggi quel soldato è stato catturato vicino a Izyum, come comunica l’ex deputato del consiglio comunale Ilia Ponomarev.
La Russia ha rivendicato in una nota, come riporta la Tass, la distruzione di 6 linee ferroviarie nei pressi di stazioni ucraine avvenute oggi, affermando che i siti e le direttrici colpite erano utilizzati per il trasporto di «veicoli stranieri».
La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha commentato l’espulsione dalla Russia di 40 diplomatici tedeschi, annunciata da Mosca. La mossa di oggi «ce l’aspettavamo, ma non è affatto giustificata», ha detto.
Kreminna, città nell'Est dell'Ucraina, è stata occupata dai russi alcuni giorni fa, all'inizio della seconda fase della guerra. Nella giornata oggi, secondo quanto dichiarato dalle autorità ucraine, «per una strana coincidenza» un'esplosione di gas avrebbe distrutto un edificio proprio mentre al suo interno si stava svolgendo un incontro delle autorità filorusse locali. «Avevano detto che chiunque avesse giurato fedeltà all'Ucraina sarebbe morto», ha detto Anton Gerashenko, alto rappresentante dell'esecutivo di Kiev. «Non proviamo empatia per queste morti, e non le piangiamo».
Temete di essere i prossimi dopo l’Ucraina? «Nessuno si aspettava le bombe su Kiev, ma è successo. Siamo il Paese più fragile della zona e non posso negare che ci stiamo preparando al peggio». A parlare al Corriere , all'inizio di marzo, era Nicu Popescu, ministro degli Esteri della Moldova. E nelle sue parole già si prefigurava la crisi che le esplosioni di oggi in Transnistria rischiano di far deflagrare. «Le somiglianze con l’Ucraina sono troppe per stare tranquilli, scriveva Greta Privitera che lo aveva intervistato. «Oltre alla dipendenza dal gas russo e a un enorme debito pubblico, c’è una regione separatista, la Transnistria, che è l’equivalente del Donbass, a maggioranza filo russa, e dove si trova uno dei più grandi depositi di armi di tutta l’Europa orientale. Il ministro prova a mantenere la calma. Anche quando una giornalista ucraina quasi gli urla: "Mi spieghi perché non avete aderito alle sanzioni contro la Russia". Popescu misura i toni: "Siamo vicini al popolo ucraino, condanniamo Putin e questa guerra ingiusta. Ma siamo troppo deboli per alzare la voce, rischiamo un punto di rottura, non possiamo spingerci oltre, e i nostri partner europei l’hanno capito". Il punto di rottura di cui parla è la guerra in casa».
Andrea Marinelli e Guido Olimpio, nel loro consueto, ricchissimo punto militare, provano a illuminare il «fronte fantasma» della guerra, «fatto di esplosioni, incidenti, possibili raid e sabotaggi». Un fronte che si estende ben all'interno del confine russo. « Ripartiamo dalla fine: un doppio rogo, esteso, ha riguardato le cisterne di Bryansk, cittadina russa a metà strada circa fra Mosca e Kiev. Le ipotesi: da un guasto tecnico ad un attacco portato con missili, dalla mano di hacker all’incursione dal cielo». Non è il primo incidente: li attacchi a Belgorod, gli edifici a Klimovo, le navi russe danneggiate nei porti. «Gli ucraini possono dimostrare di poter colpire oltre frontiera, rispondono in profondità alle azioni del nemico: creano così un bilanciamento nella prova di forza. Se gli conviene rivendicano, altrimenti lasciano aleggiare il dubbio. È la stessa tattica usata dal Mossad contro i siti strategici iraniani». Il punto militare sulla nuova strategia di Kiev è qui.
Il ministero dell’Interno dell’autoproclamato governo della Transnistria, la regione separatista filorussa della Moldavia al confine con l’Ucraina, ha confermato che ci sono state diverse esplosioni all’interno dell’edificio che ospita il ministero per la Sicurezza a Tiraspol. «Sono stati sparati colpi con un lanciagranate portatile anticarro. Non risultano vittime», ha dichiarato in una nota, citata da Interfax .
La Transnistria è tornata al centro dell'attenzione pochi giorni fa, quando l'esercito di Mosca ha comunicato che l'obiettivo della Russia, in Ucraina, è quello di «controllare l'intero Donbass e la zona della costa, per garantire un corridoio terrestre tra la Crimea e la Transnistria». Mosca ha anche sostenuto che la popolazione russofona della repubblica separatista sarebbe trattata in modo ingiusto dal governo della Moldova: parole che hanno preoccupato il governo della Moldova, anche perché ricalcate su frasi simili pronunciate da Putin a riguardo delle Repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk, per «difendere» le quali, almeno ufficialmente, la Russia ha avviato la sua «campagna militare speciale».
Nella guerra in Ucraina, scattata il 24 febbraio scorso, i russi hanno perso circa 15mila soldati: a sostenerlo è il ministro della Difesa britannico, in un intervento alla Camera dei Comuni. «Oltre alle vittime ci sono le perdite di materiale bellico, che, secondo alcune fonti, consistono in oltre duemila veicoli blindati, distrutti o catturati», ha detto Ben Wallace, secondo cui «la Russia ha perso anche oltre 60 tra elicotteri e caccia». Secondo l'Ucraina i morti tra i soldati russi sono oltre 20 mila. Nella giornata di oggi, il ministero della Difesa russo aveva sostenuto che il governo russo, affidando ai militari e non ai civili il compito di guidare le procedure di compensazione per i caduti in guerra, si predisponeva a mantenere segreto il numero dei morti durante l'«operazione militare speciale».
Il vice rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, Dmitry Polyansky, durante la sessione del Consiglio di sicurezza Onu ha sferrato un lungo, articolato e per certi versi contraddittorio attacco nei confronti dell'Ucraina e dell'Occidente. Secondo Polyansky, l'Occidente starebbe utilizzando gli ucraini come «carne da cannone in una guerra per procura contro la Russia» (una guerra che però è stata lanciata dalla Russia, visto che è Mosca ad aver attaccato il territorio ucraino a partire dal 24 febbraio scorso); Kiev starebbe ricevendo «armi obsolete», «attrezzature che non sparano o non si muovono» (che sono però finora bastate per impedire alla Russia di conquistare, in oltre due mesi di attacchi, una sola grande città ucraina); gli Stati Uniti starebbero cercando di «far dipendere l'Europa dal gas naturale liquefatto americano» (dimenticando che, ad ora, la dipendenza europea è dal gas russo); i civili attualmente nascosti nell'acciaieria Azovstal di Mariupol sarebbero «stati portati lì per essere usati come scudi umani» (la vicepremier ucraina ha poco fa fatto appello all'Onu perché garantisca l'uscita sicura dei civili dall'Azovstal, e garantisca che non vengano portati in Russia contro la loro volontà).
Secondo il quotidiano svedese «Expressen», Svezia e Finlandia hanno trovato un accordo per presentare la domanda di adesione alla Nato nello stesso momento. Il fatto che la notizia arrivi dalla Svezia —il Paese più «tiepido», tra i due, di fronte alla prospettiva di un'adesione — indica che con ogni probabilità un'intesa per la presentazione della richiesta di adesione è già stata raggiunta dai singoli governi, che poi hanno comunicato tra loro per coordinarsi, evitando asincronie. L'annuncio dell'adesione dovrebbe arrivare tra il 16 e il 22 maggio, quando è prevista la visita a Stoccolma del presidente finlandese Sauli Niisto.
(Paolo Valentino, da Berlino) «Non farò alcun mea culpa. Non è roba per me». Scatenano un putiferio in Germania le dichiarazioni al New York Times dell’ex cancelliere socialdemocratico Gerhard Schröder , che rivendica e difende tutte le sue scelte controverse, dall’amicizia con Vladimir Putin al mantenimento degli incarichi ben remunerati al servizio dell’industria energetica russa , al rifiuto di criticare direttamente il leader del Cremlino, condannando esplicitamente l’aggressione contro l’Ucraina. È la prima volta che Schröder parla pubblicamente dall’inizio della guerra e la gravità delle sue dichiarazioni spinge perfino la copresidente della Spd, Saskia Esken, a dire che l’ex cancelliere dovrebbe lasciare il partito socialdemocratico : «Lo abbiamo più volte invitato a lasciare i suoi incarichi nelle aziende russe, ma non ha voluto seguire il nostro consiglio. Purtroppo, agisce da molti anni soltanto come un uomo d’affari. Ora dobbiamo smettere di guardare a lui come a uno statista ed ex cancelliere », ha detto Esken, secondo cui «la sua difesa di Putin dall’accusa di crimini di guerra è assurda». Nel colloquio con la corrispondente da Berlino del quotidiano americano, Schröder infatti contesta con forza che a Bucha, l’esercito russo abbia massacrato i civili , come confermato anche da testimoni internazionali, sostenendo che «la cosa va indagata». E in ogni caso, ha aggiunto, «non credo che l’ordine sia venuto da Putin, ma da un livello più basso ». (L'articolo completo è qui).
(Lorenzo Cremonesi, inviato a Zaporizhzhia ) Oggi i missili russi hanno colpito cinque stazioni ferroviarie nell’Ucraina centro-occidentale. Ci sarebbero vittime: almeno 5 morti, secondo le autorità ucraine . Così cresce l’incubo per chi viaggia sui treni. A dire la verità, è dall’inizio dell’aggressione russa il 24 febbraio che avvicinandosi alle stazioni ferroviarie sorge tra i passeggeri la preoccupazione che possano essere bombardate. Ne parlavano già gli sfollati in arrivo a quella di Leopoli il 25 febbraio. A Kiev quattro giorni dopo con il giungere della sera prevaleva l’oscuramento. E le pattuglie di militari e volontari della difesa territoriale arrestavano chiunque facesse foto o video, nel timore fosse un agente russo che segnalava dove colpire. Era nella logica degli attacchi indiscriminati russi contro le infrastrutture civili. Ma la situazione inizialmente era sembrata relativamente sotto controllo. I bombardamenti erano stati occasionali contro i convogli in corsa. A fine marzo il ministro delle Infrastrutture ci raccontava che sino ad allora erano morti 75 dipendenti delle ferrovie e un centinaio erano rimasti feriti a causa degli attacchi. A cambiare radicalmente la situazione fu il bombardamento del 8 aprile nel piazzale della stazione di Kramatorsk, che causò una sessantina di vittime, in maggioranza donne e bambini. Un massacro di sfollati chiaramente volto a terrorizzare la società civile. Ci furono poi bombe presso i centri ferroviari di Zaporizhzhia e Kharkiv. Oggi si ripete lo stesso copione. Putin non riesce a sfondare militarmente, il suo esercito non è neppure riuscito a sconfiggere i combattenti chiusi nella acciaieria Azovstal di Mariupol dopo due mesi di assedio. L’Ucraina che resiste va punita. E le stazioni, oltre alle linee ferroviarie, costituiscono obbiettivi semplici, facile da colpire anche per le «bombe poco intelligenti».
Tre navi da guerra dalle Nato sono arrivate nel porto di Turku, in Finlandia , per tenere delle esercitazioni con la marina finlandese che inizieranno il 28 aprile e dureranno due giorni. Le esercitazioni si svolgono mentre Helsinki prende in considerazione la possibilità di entrare a far parte della Nato. Sanna Marin, premier finlandese, ha detto il 13 aprile che una decisione sull'adesione all'Alleanza atlantica del suo Paese (che condivide con la Russia un confine di 1300 chilometri) sarà presa entro alcune settimane - un annuncio che ha provocato la reazione di Mosca («Questa decisione non contribuirà alla stabilità in Europa»).
La EML Sakala (dell'Estonia), la HNLMS Schiedam (olandese) e la LVNS Virsaitis (lettone) nel porto finlandese di Turku
(Viviana Mazza ) «Vogliamo vedere la Russia indebolita ad un livello al quale non possa fare ciò che ha fatto invadendo l’Ucraina». Le parole del capo del Pentagono Lloyd Austin segnano il cambiamento nella linea della Casa Bianca avvenuto nelle ultime settimane, anche perché — scrive Giuseppe Sarcina in un ritratto sul Corriere di oggi — nella «terna di guerra» dell’Amministrazione Biden (Blinken, Sullivan, Austin), il capo del Pentagono era stato finora forse la figura più prudente sull’invio di armi all’Ucraina temendo che ostacolassero i negoziati (fu lui a formulare peraltro la distinzione tra armi «difensive» e «offensive»). La Russia — ha detto Austin al confine polacco, al ritorno dalla visita con il segretario di Stato Antony Blinken a Kiev — ha subito perdite militari significative, incluse numerose truppe, e il Pentagono sta lavorando per assicurarsi che «non possa rimpiazzare rapidamente queste forze». Quando un giornalista gli ha chiesto di definire gli obiettivi americani, Austin ha replicato che l’Ucraina deve restare un paese sovrano, un paese democratico, capace di difendere il suo territorio sovrano». L'articolo completo sulla «dottrina Austin» è qui
Almeno 17 persone sono morte nel rogo scoppiato, giorni fa, all’Istituto di ricerca per la difesa aerospaziale a Tver, 180 chilometri a nord ovest di Mosca. A riconoscerlo sono le stesse autorità russe, che hanno precisato che solo 5 delle vittime sono state identificate. Il bilancio — altissimo — dell'incendio è molto più grave di quanto inizialmente riconosciuto: Mosca parlava di 27 feriti di cui 13 finiti in ospedale. L'istituto di ricerca era coinvolto nello sviluppo di alcune delle armi più evolute dell'esercito russo tra cui — riporta l'agenzia Associated Press — i missili Iskander. Le cause dell'incendio - che si somma a quelli scoppiati in altre località chiave dello sforzo bellico russo - restano al momento misteriose.
Secondo il governo ucraino, le vittime civili confermate in Ucraina dall'inizio dell'invasione sono 3.818, di cui 215 bambini. I feriti sono oltre 4mila, fra cui 391 bambini. Le stime, fornite dalla procuratrice distrettuale ucraina Iryna Venediktova, sembrano però da un lato ampiamente sottostimate, dall'altro destinate a essere ampiamente riviste al rialzo con il passare dei giorni di una guerra che non accenna a terminare. La stessa Venediktova ha precisato che le autorità non possono fare verifiche sul terreno in varie parti del paese a causa del conflitto in corso.
« Non possiamo sapere cosa c'è nella testa dei russi. Non potevamo aspettarci che si impadronissero delle centrali nucleari. La nostra regione sarà sempre in pericolo fino a quando il sistema in Russia non cambierà. La minaccia esiste sempre». A parlare all'agenzia Ansa è Yurii Fomichev, sindaco di Slavutich, la città satellite di Chernobyl, dove vivono i lavoratori della centrale. Formichev era stato catturato dai russi il 26 marzo per alcune ore, finché non li ha convinti che «in città non c'erano armi né militari armati». Le forze russe si sono ritirate dalla zona di Slavutich tra il 29 marzo e il 3 aprile. Del pericolo rappresentato dalla centrale di Chernobyl, e dell'incredibile mancanza di cautele dimostrata dall'esercito russo quando la centrale era stata occupata, il Corriere aveva parlato qui.
(Marta Serafini, inviata a Mykolaiv ) Lui è il maggiore Kum. L’ho incontrato nelle trincee a sud di Mykolaiv sabato mattina. Non mi ha detto tantissimo di sé, cercava in tutti i modi di sembrare sicuro e di far vedere che non aveva paura, con gli occhi azzurri d’acciaio e le mani sporche di grasso per le armi . Ma quando gli ho chiesto se gli mancasse la sua famiglia per un attimo ha buttato giù la maschera e mi ha detto «Sì, mi mancano. Mi mancano tanto». E gli occhi gli sono brillati un po’. I suoi stanno a Vinnytsia più a nord. Lui è arrivato al fronte il 28 di febbraio. E mentre i russi tiravano colpi, abbiamo scherzato sul fatto che siamo in prima linea dallo stesso numero di giorni, anche se naturalmente non è vero. Ora suo figlio maggiore l’ha raggiunto e sono entrambi sullo stesso fronte. «Così se dobbiamo morire almeno saremo insieme», mi ha detto il maggiore Kum. (Questo articolo è apparso nella newsletter «Guerra in Europa», riservata agli abbonati. La si trova qui)
L'annuncio, arrivato dall'esercito di Mosca, aveva acceso qualche speranza. Ma è durata ben poco. Le autorità ucraine hanno smentito che ci sia un accordo per l'apertura di un corridoio umanitario per evacuare i civili dall'acciaieria Azovstal a Mariupol. «I corridoi umanitari si aprono in base agli accordi delle due parti. Il corridoio, annunciato unilateralmente, non fornisce sicurezza e quindi, di fatto, non è un corridoio umanitario. Quindi, dichiaro ufficialmente e pubblicamente: non ci sono accordi sui corridoi umanitari da Azovstal oggi, purtroppo», ha detto la vicepremier di Kiev, Iryna Vereschuk, su Telegram. Per l'ennesima volta, dunque un cessate il fuoco (che era stato annunciato a partire dalle 14 ora locale) nella fabbrica da settimane sottoposta a pesantissimi bombardamenti russi è saltato. E per l'ennesima volta, Kiev chiede che venga concesso ai feriti e ai civili di uscire dall'acciaieria, in sicurezza e senza il timore di essere portati in Russia. Alla Azovstal sono asserragliati centinaia tra soldati ucraini e membri del battaglione Azov; nell'acciaieria ci sono anche — secondo le autorità ucraine — centinaia di civili. Giorni fa, correggendo pubblicamente il suo ministro della Difesa Shoigu, Putin aveva ordinato di non procedere all'attacco dell'acciaieria, ma di «limitarsi a cingerla d'assedio» in modo che «non potesse uscire una mosca».
Nel suo discorso in tv, Putin ha parlato di un piano — che i servizi segreti russi avrebbero sventato — di uccidere Vladimir Solovyev. Secondo Putin, «questa mattina sono state fermate le attività di un gruppo terroristico che ha pianificato l'assassinio di un importante giornalista russo. Certamente, lo negheranno ora, ma i fatti e le prove sono incontrovertibili». Secondo quanto riferisce Interfax si tratta del giornalista Vladimir Soloviev, la cui uccisione sarebbe stata pianificata da gruppi neonazisti — si legge invece sulla Tass — su ordine dei servizi segreti ucraini, aiutati da quelli occidentali. Solovyev non è un giornalista qualsiasi: il più popolare anchorman russo, è la voce più estrema della propaganda russa, e si fa portavoce di posizioni clamorose: «Se il Cremlino si accontenta di «denazificare» l’Ucraina, Solovyev vuole invadere la Polonia», scriveva Marco Imarisio qui.
Cinquantotto anni, 8figli da 3 mogli diverse, due ville sul lago di Como imbrattate con scritte anti-russe all'inizio di aprile, è titolare di un programma su Rossija 1, il canale di Stato. «"Se vuoi capire cosa pensa davvero Putin, devi guardare Soloviov" dicono in Russia», scriveva ancora Imarisio.
(Marco Imarisio ) C’è una donna che non ha alcun ruolo, che non ha neppure una immagine perché appare il meno possibile, ma che viene considerata come l’unità di misura di una eventuale irreversibilità dei rapporti tra Russia e Occidente. Alina Kabaeva è il punto di non ritorno . Se le sanzioni colpiscono lei, significa che per Stati Uniti ed Europa ogni possibilità di recuperare un rapporto almeno formale con Vladimir Putin è persa. La trentottenne ginnasta ritmica e modella, ex campionessa olimpica e mondiale non è conosciuta per i suoi trionfi, ma per essere la persona più vicina al presidente russo , la compagna che secondo voci mai confermate gli avrebbe dato una nuova vita e tre figli. Dicevano che poco prima dell’inizio della cosiddetta Operazione militare speciale fosse espatriata a Lugano con i suoi bambini, in uno chalet circondato da telecamere e uomini della sicurezza. Sabato scorso invece è riapparsa a Mosca alla VTB Arena, come madrina di una gara nazionale dei migliori giovani ginnasti russi, intitolata a lei. C’è una donna che non ha alcun ruolo, che non ha neppure una immagine perché appare il meno possibile, ma che viene considerata come l’unità di misura di una eventuale irreversibilità dei rapporti tra Russia e Occidente. Alina Kabaeva è il punto di non ritorno . Adesso, secondo quanto riporta il Wall Street Journal , gli Usa starebbero valutando di imporre sanzioni ad personam nei suoi confronti, come richiesto a gran voce dal governo ucraino. Nulla è ancora deciso, ma esiste la possibilità che ciò accada. E il ministero del Tesoro Usa appare consapevole del fatto che ci sarebbero conseguenze, perché Putin potrebbe reagire «in modo estremamente aggressivo». Ci sono le sanzioni sul petrolio, quelle sul gas sono considerate l’ultima arma in mano all’Occidente. E poi c’è Alina Kabaeva». (L'articolo completo di Marco Imarisio è qui)
Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che gli Stati Uniti e l'Unione europea puntano a distruggere la Russia «dal suo interno», ma questo tentativo «sta fallendo», che l'economia del suo Paese riesce a sopportare l'impatto delle sanzioni, e che i servizi segreti ucraini, supportati da quelli occidentali, avevano pianificato di uccidere il giornalista russo Vladimir Solovyev, la voce più estrema e nota della propaganda russa. Secondo Putin, che ha parlato in tv, «Usa e Ue stanno utilizzando i loro satelliti in Ucraina per cercare di distruggere la Russia dall'interno ma hanno fallito anche in questo perché la società russa ha mostrato tutta la sua maturità e il suo sostegno alle forze armate»; si è detto «sorpreso» dai «diplomatici americani ed europei che utilizzano i loro satelliti ucraini per ottenere la vittoria sul campo di battaglia. È una diplomazia bizzarra, i diplomatici dovrebbero chiedere soluzioni diplomatiche. L'Occidente sta mostrando tutto il suo passato coloniale». Secondo quanto riferito dall'agenzia russa Tass, Putin ha ordinato misure immediate contro la diffusione di «fake news». Le parole di Putin arrivano dopo quelle del capo del Pentagono e del Segretario di Stato Usa, che hanno parlato dell'indebolimento delle capacità militari di Mosca come di un obiettivo dell'impegno degli Stati Uniti a supporto della resistenza dell'Ucraina. Putin — che ha anche accusato Kiev di «gravi violazioni del diritto internazionale» e sostenuto, senza offrire prove, che i servizi segreti russi abbiano «sventato l'omicidio di giornalisti russi» ordinato dall'Ucraina — ha ripreso un punto che aveva trattato poche settimane fa: la presenza di presunte «quinte colonne» dell'Occidente in Russia, come vengono considerati tutti gli oppositori dell'invasione dell'Ucraina. «L’Occidente sta cercando di mandare in pezzi la nostra società speculando sulle perdite russe in combattimento e sulle conseguenze socioeconomiche delle sanzioni, nella speranza di provocare così un ammutinamento della popolazione. E so che sta usando la cosiddetta quinta colonna, i nostri traditori, per raggiungere il suo obiettivo finale, che è la distruzione della Russia», aveva detto Putin, riconoscendo per la prima volta l’esistenza di un dissenso strisciante nella società russa. «Comunque, ogni nazione, soprattutto quella russa, è sempre capace di distinguere i veri patrioti dai bastardi e dai traditori, e sputare fuori questi ultimi come moscerini finiti per sbaglio in gola. Sputiamoli per terra. Sono convinto che questa naturale ed essenziale opera di pulizia della nostra società finirà per rendere più forte il nostro Paese, la nostra unità e la nostra capacità di rispondere alle sfide».
Il capo delle Ferrovie ucraine, Oleksandr Kamyshin, è da tempo nel mirino delle forze russe. Non deve sorprendere: le ferrovie svolgono un ruolo chiave, in questa guerra. E ora è proprio Kamyshin a dare una notizia decisamente preoccupante, per diverse ragioni. Secondo Kamyshin «nel giro di un'ora, 5 stazioni ferroviarie nell'Ucraina centrale e occidentale» sono stata bombardate. Le autorità locali della regione centrale di Vinnytsia hanno annunciato su Telegram l’uccisione di alcune persone e il ferimento di altre dopo gli attacchi alle stazioni di Zhmerynka and Kozyatyn senza però precisarne il numero. Secondo quanto riportato dal New York Times, l'attacco sarebbe stato lanciato da un bombardiere strategico Tu-95.
Perché è una notizia importante? Anzitutto, perché si tratta di una zona diversa da quella del Donbass, dove si concentra il cuore dell'attacco russo all'Ucraina. Il fatto che siano state colpite stazioni nell'Ucraina centrale e occidentale indica che potrebbero essere stati bersagliati snodi strategici per il trasporto di armi. Il punto è che — lungo la traiettoria che va dall'Occidente al centro dell'Ucraina — si muovono anche i capi di Stato e di Governo, o i ministri (come nel caso dei Segretari di Stato e alla Difesa Usa), che vanno in visita a Kiev; e che nella direzione opposta — dall'Est dell'Ucraina verso le zone centrali e occidentali — si spostano i profughi. Insomma: un attacco multiplo alle stazioni ferroviarie potrebbe indicare - in molti versi - un'escalation, da parte di Mosca. Da osservare con attenzione.
Foto della stazione di Krasne postata su Telegram dal sindaco di Leopoli, Maksym Kozytskyi
(Qui il ritratto di Kamyshin, firmato da Gianluca Mercuri)
Mosca ha annunciato una tregua lunedì dalle 14 ora locale (le 13 in Italia) per permettere ai civili di lasciare l’acciaieria di Azovstal a Mariupol: lo riporta l’agenzia Afp citando fonti ministeriali.
«Per quanto riguarda gli obiettivi bellici russi, la Russia sta fallendo e l’Ucraina ce la sta facendo». Lo ha dichiarato il segretario di Stato americano, Antony Blinken, in un punto stampa al confine polacco, dopo aver incontrato ieri a Kiev il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, insieme al segretario alla Difesa, Lloyd Austin.
La Federazione Internazionale di Nuoto (Fina) ha aperto un’indagine interna per verificare se la partecipazione del nuotatore russo Evgeny Rylov ai Campionati nazionali di Kazan rientra nella squalifica di nove mesi che terminerà il 19 gennaio 2023. Rylov, campione olimpico in carica dei 50 e 100 dorso, è stato pesantemente sanzionato dalla commissione disciplinare del nuoto mondiale per essere stato presente il 18 marzo scorso sul palco dello stadio Luzhniki di Mosca allestito in occasione della festa ribattezzata «Per un mondo senza nazismo» per ricordare gli otto anni dall’annessione della Crimea alla Russia alla quale aveva preso parte il presidente della Federazione russa Vladimir Putin.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha ringraziato gli Stati Uniti per il «sostegno senza precedenti», in un comunicato su Telegram, il giorno dopo la visita a Kiev del segretario di Stato americano, Antony Blinken, e del capo del Pentagono, Lloyd Austin. «Abbiamo discusso di assistenza nella difesa, maggiori sanzioni contro la Russia, sostegno finanziario all’Ucraina e garanzie di sicurezza», ha scritto Zelensky, «la visita di una delegazione di alti funzionari statunitensi a Kiev in questo momento cruciale per lo Stato ucraino è molto preziosa e importante».
Non ci sono al momento le condizioni per un nuovo vertice tra le delegazioni di negoziatori di Russia e Ucraina. Lo ha dichiarato il viceministro degli Esteri russo, Andrei Rudenko. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, «ha detto più volte che, non appena avremo un accordo sostanziale sul quale potremmo avere uno scambio di opinioni significativo, allora la questione sarà considerata. E al momento non ci sono queste condizioni», ha spiegato Rudenko ai cronisti.
Sono 100.754 i profughi ucraini arrivati finora in Italia: 52.091 donne, 12.529 uomini e 36.134 minori. A renderlo noto è il Viminale. Rispetto a ieri l’incremento è di 448 ingressi nel territorio nazionale. Le destinazioni principali restano Milano, Roma, Napoli e Bologna.
Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, chiede che l’Occidente sanzioni l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder. È quello che ha affermato in un’intervista alla Bild, pubblicata oggi in prima pagina dal tabloid. «Tutti quelli che continuano a lavorare per il criminale di guerra Putin devono essere sanzionati duramente», afferma. Schroeder fa parte del «sistema Putin», aggiunge, «e per questo è corresponsabile della mattanza di donne e bambini in Ucraina». È questa la reazione commentando all’intervista rilasciata al New York Times dall’ex cancelliere socialdemocratico, il quale ha spiegato che lascerebbe i suoi incarichi nei colossi energetici russi soltanto se Putin tagliasse le forniture di alla Germania e all’Europa.
«I russi si stanno preparando per una nuova offensiva: le truppe di Mosca hanno ammassato un gran numero di attrezzature e personale sulla linea del fronte Velyka Novosilka-Novodarivka-Malynivka e stanno provando ad avanzare verso Zaporizhzhia». Lo scrive su Facebook Ivan Arefyev, portavoce dell’amministrazione militare della regione, secondo quanto riporta Ukrinform. Le autorità locali riferiscono però anche delle continue difficoltà che Mosca starebbero incontrando: «non stanno facendo bene, la disposizione delle forze al fronte al momento non è cambiata», dice Arefyev sostenendo che «le forze ucraine prevalgono in modo significativo».
L'ambasciatore russo a Washington ha avvertito ufficialmente gli Stati Uniti della «inaccettabilità» della continua fornitura di armi da parte degli Usa all'Ucraina. A dirlo è stato lo stesso Anatoly Antonov alla tv russa Rossiya 24. «Abbiamo sottolineato quanto questa situazione sia inaccettabile — gli Stati Uniti stanno inondando l'Ucraina di armi. Abbiamo chiesto di smettere». Antonov ha anche detto di aver inviato una nota ufficiale al governo statunitense per esprimere la «preoccupazione» dopo la visita del segretario di Stato Usa Antony Blinken a Kiev. Come scritto poco fa, Blinken ha promesso all'Ucraina «altri 700 milioni di euro» in aiuti militari, e il capo del Pentagono Lloyd Austin ha esplicitato che l'obiettivo degli Stati Uniti è quello di «indebolire le capacità belliche della Russia per impedirle di compiere altri attacchi come quello effettuato contro l'Ucraina». Guido Olimpio e Andrea Marinelli hanno spiegato invece, qui, quali siamo gli armamenti che gli Stati Uniti stanno inviando sul campo.
«Credo che l’Italia abbia fatto con tutta l’Unione europea una scelta importante e coraggiosa. Il punto e’ che il 24 febbraio scorso e’ cambiato il mondo. La risposta, l’unita’ dell’Europa sono state importanti». Lo ha detto, a proposito del conflitto in Ucraina, il presidente della Camera, Roberto Fico, parlando con i cronisti a margine dell’iniziativa, a Marzabotto, in occasione del 77esimo anniversario della Liberazione.
Un attacco missilistico russo, «diretto a infrastrutture critiche», ha colpito le località di Zhmerynka e Koziatyn, nell’Oblast di Vinnytsia, nell’Ucraina centrale. Lo riferisce su Telegram il governatore della regione, Serghiy Borzov.
Il direttore del Corriere, Luciano Fontana, ha risposto oggi a un lettore che poneva una domanda su Putin. «Mi sembra che il punto di partenza di ogni discussione, che tutti dovrebbero avere molto chiaro, sia che la Russia sta combattendo due guerre: la prima tragica sul campo in Ucraina, la seconda contro il mondo occidentale, i Paesi che aderiscono alla Nato e all’Unione europea. Già il primo conflitto dovrebbe farci schierare uniti, al fianco di una nazione sovrana nel cuore dell’Europa che è stata invasa da un’armata che sta distruggendo, uccidendo e azzerando valori come la libertà, la democrazia e l’indipendenza. Sono i nostri valori e valgono sacrifici. Non è possibile dire agli ucraini: arrendetevi oppure non vi aiuteremo più perché stiamo subendo molti danni. La seconda guerra scatenata da Putin ci coinvolge direttamente: Mosca vuole mettere nell’angolo le democrazie occidentali, colpirne le economie, creare un nuovo equilibrio geopolitico in cui gli attori principali diventerebbero alcuni Stati autocratici, come la stessa Russia e soprattutto la Cina. Lei ci ricorda i legami e gli interscambi economici che l’Italia ha con gli Stati Uniti, l’Unione europea e gli altri Paesi aderenti alla Nato: è questo il nostro mondo, un mondo in cui si proteggono democrazia, diritti e libertà di mercato. Senza questo contesto l’Italia non sarebbe nulla e le nostre vite sarebbero molto diverse. Questa guerra quindi ci riguarda in pieno, non dobbiamo mai dimenticarlo. E tutte le nostre debolezze economiche dobbiamo, prima di tutto, cercare di curarle noi stessi».
«Caro fratello! Possa lo Spirito Santo trasformare i nostri cuori e renderci veri operatori di pace, specialmente per l’Ucraina dilaniata dalla guerra, affinché il grande passaggio pasquale dalla morte alla nuova vita in Cristo diventi una realtà per il popolo ucraino, desideroso di una nuova alba che porrà fine all’oscurità della guerra». È il passaggio centrale della lettera che papa Francesco ha inviato al patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, in occasione della Pasqua che alcune chiese cattoliche e ortodosse hanno celebrato ieri, domenica 24 aprile, secondo il calendario giuliano. Lo riporta Vatican News.
Alina Kabaeva, la presunta amante di Putin, è riapparsa in pubblico a Mosca. La donna ha anche preso la parola al festival di ginnastica «Alina» (chiamato così in suo onore). L’ex ginnasta era davanti a uno sfondo sul quale erano ben visibili le «Z» simbolo della guerra russa in Ucraina. Kabaeva ha parlato della Seconda Guerra Mondiale dicendo tra le altre cose: «Ogni famiglia ha una storia di guerra». Alcuni osservatori hanno notato che Kabaeva indossava un anello nuziale. Il video è stato postato su Twitter da Julia Davis: qui il video completo.
(Giuseppe Sarcina, da Washington ) Dopo il «blitz »a Kiev, il Segretario alla Difesa, Lloyd Austin, si prepara per il summit «dei sostenitori dell’Ucraina», convocato nella base americana di Ramstein, in Germania, per domani, martedì 26 aprile. Austin ha invitato circa una quarantina di Paesi, quindi non solo gli altri 29 partner della Nato. L’Italia ci sarà, con il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Non è ancora chiaro se al vertice ci sarà anche un esponente del governo ucraino. La riunione, ha spiegato ancora Kirby, sarà divisa in tre parti. Si comincerà con la situazione militare nell’Est Ucraina. Poi si discuterà su come mobilitare l’industria della difesa nei diversi Stati per assicurare un flusso continuo di rifornimenti a Kiev. Infine il passaggio più inatteso: Austin sposterà il confronto sulle prospettive dell’Ucraina sul lungo periodo, una volta conclusa la guerra con la Russia. Messa così, sembra una discussione puramente teorica, visto che l’esito dello scontro sembra incerto. Ma, evidentemente, gli Usa considerano possibile una sconfitta militare di Putin. Se così fosse si aprirebbe il problema di come garantire agli ucraini di mantenere un esercito efficiente e super equipaggiato, in grado di scoraggiare altre invasioni e altre avventure. (L'articolo completo è qui)
Mentre la Russia comunica di aver colpito la raffineria di Kremenchug, a nord ovest di Dnipro, in Ucraina, continuano ad essere misteriose le cause del rogo scoppiato in due depositi di carburante a Bryansk, in Russia.
Alcune immagini diffuse sui social mostrano un'esplosione in quello che viene indicato come il complesso di Bryansk. Altre immagini sembrano lasciare aperta l'ipotesi di un attacco missilistico.
L'Ucraina non ha confermato alcuna operazione a Bryansk (che, va ricordato, è a oltre 140 chilometri dal confine ucraino); Mosca non ha parlato finora di un attacco.
Nonostante la guerra, e le ultime burrascose telefonate tra i due, il presidente russo Vladimir Putin ha ritenuto doveroso complimentarsi con Emmanuel Macron per la sua conferma all'Eliseo — e augurargli il «successo» per il suo secondo mandato, e «buona salute». La notizia è stata diffusa dal Cremlino.
Le président russe Vladimir Poutine a adressé ses félicitations à son homologue français Emmanuel Macron réélu la veille, lui souhaitant du "succès" pour son nouveau mandat, en dépit des vives tensions liées à l'Ukraine, selon le Kremlin #AFP pic.twitter.com/DEKVKnDZc5— Agence France-Presse (@afpfr) April 25, 2022
Le président russe Vladimir Poutine a adressé ses félicitations à son homologue français Emmanuel Macron réélu la veille, lui souhaitant du "succès" pour son nouveau mandat, en dépit des vives tensions liées à l'Ukraine, selon le Kremlin #AFP pic.twitter.com/DEKVKnDZc5
Alcuni giorni fa, in una intervista al Corriere, Macron aveva usato queste parole, parlando di Putin: «Dovremo continuare a parlare a Vladimir Putin. Sia io sia Mario (Draghi) non abbiamo più parlato con lui dopo le scene di Bucha. Siamo rimasti tutti attoniti, sopraffatti. Semplicemente, ho parlato a Vladimir Putin ogni volta che Zelensky me l’ha chiesto. Non bisogna dimenticare che il presidente ucraino vuole questo contatto. È in questo contesto che il nostro ruolo è utile. E bisognerà preparare la pace. Un giorno ci sarà un cessate il fuoco. Ci saranno potenze garanti, e noi saremo tra loro. Dunque penso che si debba essere molto attenti. Lo dico con molta gravità e, oserei dire, con una forma di peso etico, ma se per stanchezza scegliamo di non parlargli più, allora lasciamo la responsabilità di parlare con Vladimir Putin al presidente turco, al primo ministro indiano, al presidente cinese. E decidiamo che saranno i non europei a costruire la pace in Europa, il giorno dopo. Dunque, anche se è molto duro, anche se è talvolta inefficace, bisogna insistere». Molto duro, lei dice. Al di là della fatica fisica di questi numerosi colloqui con Vladimir Putin, si ha la sensazione che lei ne abbia tratto una fatica quasi morale, psicologica. «È dura trovarsi davanti alla negazione dei fatti. È dura passare ore a parlare con il presidente Zelenski, con persone che vivono l’orrore, un orrore manifesto. Siamo tutti sconvolti. E poi hai davanti a te qualcuno che nega, che ne ride, che ripete che è solo una messinscena…». Questo l’ha segnata? «Sì, certamente. Già a cominciare da febbraio. Ma resto convinto che, storicamente, questo è il nostro ruolo. Per me è molto importante, un’ossessione. Si tratta dell’Europa, e gli europei devono essere presenti attorno al tavolo per costruire la pace in Europa». Come se la spiega questa guerra? «Il presidente Vladimir Putin è il dirigente della Russia. La Storia spiegherà quel che è successo in questi ultimi anni, perché un uomo nato a San Pietroburgo, che ha vissuto a lungo in Germania, che ha passato i primi dieci anni della sua vita politica nazionale a costruire il ritorno della Russia nel concerto delle nazioni, abbia potuto poi metodicamente distruggere quel che aveva compiuto. Tornando a sogni imperiali dell’inizio del XX secolo o dell’Ottocento. Non sto esprimendo un’opinione, è la realtà davanti ai nostri occhi. Ma bisogna costruire qualcosa con lui. È un uomo intelligente, non lo contesto. È un uomo intelligente. E voglio credere che ci sia ancora in lui qualcosa che lo porti a volere lasciare alla Storia, al suo popolo, qualcos’altro che non sia il caos e l’ignominia. Questo filo non voglio abbandonarlo. So che spetta a noi europei costruire la pace sul nostro suolo. Il giorno del cessate il fuoco dovremo essere presenti al tavolo dei negoziati per garantire la sicurezza collettiva e la pace nella regione». Tutti gli europei? «Sì, certamente. Ognuno con la sua vocazione. I nostri tre Paesi, ma penso che tutta l’Unione europea dovrà essere presente». Qui l'intervista integrale a Emmanuel Macron.
Gli Stati Uniti vogliono che la Russia venga «indebolita» al punto da non poter più avere la capacità di lanciare offensive militari come quella scatenata contro l'Ucraina. A dirlo — al termine della visita a Kiev con il capo del Dipartimento di Stato, Antony Blinken — è stato il capo del Pentagono, Lloyd Austin. «Noi vogliamo vedere la Russia indebolita a un livello tale che non possa più fare cose come l'invasione dell'Ucraina», ha detto. «Siamo onesti: Mosca ha già perso molte delle sue capacità militari e molte truppe. E noi non vorremmo che possa ricostruire rapidamente tali capacità».
La contraerea russa ha abbattuto due droni ucraini vicino alla frontiera tra i due Paesi, nel distretto di Rylsk nell’oblast di Kursk. Lo afferma su Telegram il governatore della regione, Romain Starovoit, precisando che non ci sono danni materiali.
Secondo fonti della Gran Bretagna la Russia starebbe facendo scarsi progressi nell’avanzata in Donbass e non ci sarebbero svolte significative sul campo.
«La visita ci ha dato l'occasione per dimostrare direttamente il nostro supporto per il governo ucraino. Zelensky ha mostrato apprezzamento per la leadership di Biden, e per la generosità del supporto degli Stati Uniti al suo Paese. La Russia continua a brutalizzare parti dell'Ucraina: ma gli ucraini resistono, a Kiev i cittadini sono tornati sulle strade, la battaglia per la capitale è stata vinta. Mosca, insomma, sta fallendo i suoi obiettivi, in questa guerra. L'Ucraina sta vincendo». A parlare — dopo essere tornato in Polonia, al termine della visita di ieri a Kiev — è il segretario di Stato americano, Antony Blinken. E le sue sono parole rilevanti, anche perché tornano su un punto molto delicato — la durata del regime di Putin. Nessun ritorno sulle (discusse) parole di Biden - «Per l'amor di Dio, quest'uomo non può rimanere al potere» — ma un confronto: «Un'Ucraina indipendente e sovrana vivrà ben più a lungo di quanto Putin rimarrà sulla scena». «L'Ucraina», ha aggiunto il segretario alla Difesa, Austin, «può vincere la guerra, se ha le armi che le occorrono»: e Zelensky ha chiesto «artiglieria pesante, e anche carri armati».
«Il Pentagono ha appena diffuso una "nota" rivolta al mondo dell’industria, un invito attraverso i tradizionali canali di approvvigionamento per poter fornire» all'Ucraina «qualsiasi tipo di arma, comprese quelle ancora a livello di studio. Il meccanismo — illustrato da Military Times — rivela tutta l’urgenza da parte degli Stati Uniti nell’individuare ciò che serve a Kiev all’interno di una "finestra" estremamente ridotta. Possiamo dire che "non è per domani, ma per ieri"». A scriverlo, nel loro imperdibile punto militare, sono Guido Olimpio e Andrea Marinelli. Che rivelano poi quali tipi di armamenti stiano giungendo in queste ore in Ucraina:
«Il Pentagono è alla ricerca di apparati anti-aerei, anti-tank, mine, per la difesa costiera o per neutralizzare l’artiglieria, equipaggiamenti radio. È lo stesso sentiero adottato per fornire i 120 droni-kamikaze Phoenix Ghost, sistema a livello di prototipo che è stato inviato sul campo di battaglia. Perfetto per piccoli team, richiede un training limitato, resta in volo per circa 6 ore, ha capacità di impiego «notturno» in virtù dei sensori all’infrarosso. Gli ucraini possono usarlo per centrare postazioni, cannoni (il nemico numero uno in questa fase), mezzi della logistica. Molto attiva la Gran Bretagna. Indiscrezioni tornano su missili anti-nave che Londra intende dare (se non lo ha già fatto) all’Ucraina: è possibile che siano i Brimstone, che possono essere lanciati da aerei ma anche da terra. La Raf li ha impiegati anche nella campagna contro lo Stato Islamico per neutralizzare veicoli in movimento. Sempre gli inglesi dovrebbero consegnare in questi giorni 20 cannoni semoventi AS90 insieme a 40 mila proiettili: prima tappa una base polacca dove saranno preparati gli equipaggi. Stesso percorso per mezzi donati da altri governi occidentali». Il «punto» di Marinelli e Olimpio è qui.
Il ministero della Difesa russo ha chiesto che le compensazioni per le famiglie dei soldati caduti in guerra vengano coordinate dalle autorità militari e non — come di solito avviene in questi dasi — da autorità civili. Non si tratta di un passaggio neutro: come nota il ministero della Difesa britannico nel suo quotidiano, prezioso aggiornamento di intelligence militare, questo può «indicare il desiderio di nascondere alla popolazione l'entità reale delle perdite». Al momento — è bene ricordarlo — non ci sono conferme sul numero di militari russi uccisi o feriti in guerra: Kiev sostiene di aver ucciso oltre 20 mila soldati di Mosca, ma che però ha evitato di fornire aggiornamenti sul punto. Il punto quotidiano degli 007 militari di Londra contiene altre due informazioni rilevanti: - «La Russia, che ora ha cambiato il suo obiettivo e vuole occupare tutto il Donbass, non ha ancora compiuto passi avanti significativi, limitandosi alla conquista di aree minori»; - La decisione di Putin di assediare l'acciaieria dove si concentra la resistenza ucraina a Mariupol «significa che molte unità russe restano bloccate nella città, e non possono essere dislocate altrove: la difesa di Mariupol ha esaurito le capacità di molte unità russe, riducendone la capacità di combattere».
Le possibilità di un ritorno di Russia e Ucraina al tavolo dei negoziati sono, al momento, minime. Ma l'Italia prova — insieme con altri Paesi — a non trascurare nessuno spiraglio. Così, scrive Marco Galluzzo, «se da un lato il governo di Mario Draghi è in procinto di definire un cambio di passo nelle forniture militari a Kiev, inviando anche mezzi pesanti di artiglieria e cingolati, dall’altro si continua a lavorare per avere un ruolo di garanzia, quando sarà possibile, nella cornice di un accordo di pace lontano ma prima o poi necessario. Anche per questo la diplomazia italiana, su input di Palazzo Chigi, sta organizzando un vertice fra Roma ed Ankara, allargato alle compagini governative dei due Paesi». Non si tratta di una scelta casuale, visto il ruolo decisivo che la Turchia potrebbe giocare nei negoziati. Intanto «Draghi continua la quarantena dopo aver preso il Covid, lavora da remoto da Città della Pieve, la sua abitazione di campagna in Umbria. La negativizzazione dovrebbe essere alle porte. Il viaggio a Kiev, sulla scia di quelli già compiuti da molti capi di governo della Ue, e ieri anche dal segretario di Stato americano, sembra confermato nei prossimi giorni, quasi certamente prima della visita alla Casa Bianca, intorno al 10 maggio».
Emergono i primi video del rogo di Bryansk — mentre è ancora misteriosa l'origine dell'incendio nel deposito di carburante. Nei giorni scorsi, in Russia, alcuni incendi di origine rimasta misteriosa avevano colpito centri di ricerca militari: ne aveva parlato Marco Imarisio: «Un rogo in quella che viene considerata come la Cape Canaveral russa non può passare inosservato. Non di questi tempi. Soprattutto se arriva dopo altri due incendi sospetti avvenuti nei giorni scorsi, uno all’Istituto di ricerca per la difesa aerospaziale a Tver e un altro all’impianto chimico Dmitrievsky a Kineshma. Sono tutti luoghi strategici, per la loro stessa natura. Ma l’incidente nel polo industriale di Korolyov, alle porte di Mosca, che ospita numerosi stabilimenti legati alla produzione di energia e componentistica aerospaziale, tra cui il Centro scientifico russo dedicato allo sviluppo di razzi e veicoli spaziali, e RKK Energija, ovvero la società che si occupa di attività correlate al volo spaziale, ha un notevole valore simbolico. E infatti le immagini dei capannoni e degli uffici in fiamme sono state mostrate con una certa soddisfazione da diversi canali social ucraini, che le hanno considerate come la prova definitiva di una azione di sabotaggio antirussa. Anche fonti vicine al Cremlino non hanno escluso questa ipotesi, e il riserbo con il quale viene trattata la vicenda dai media di Stato, che nella loro opera di propaganda tendono a non dare mai notizie di natura negativa, lascia aperta la porta a ogni possibile interpretazione. Invece l’istituto di ricerca delle truppe della Difesa aerospaziale di Tver praticamente distrutto dall’incendio, nei mesi scorsi è stato al centro di uno scandalo finito in un’inchiesta condotta dal Comitato investigativo russo sulla cui base è stata aperta una causa penale nei confronti dell’intera dirigenza dell’ente con a capo l’ormai ex direttore generale Sergey Yagolnikov. I vertici dell’istituto con il benestare del dirigente assumevano «anime morte», cioè persone che lavoravano alle ricerche solo sulla carta ma per loro si erogavano invece stipendi veri. Così i truffatori avrebbero intascato quasi 300 milioni di rubli (quasi 4 milioni di euro)».
Someone caught what appears to be the second explosion in Bryansk early this morning. Seems to be the one that hit the storage area. pic.twitter.com/0skf20TXoA— OSINTtechnical (@Osinttechnical) April 25, 2022
Someone caught what appears to be the second explosion in Bryansk early this morning. Seems to be the one that hit the storage area. pic.twitter.com/0skf20TXoA
Ci saranno, i tennisti russi, agli Internazionali d'Italia di tennis, a Roma? La domanda — al momento — non ha una risposta: e a renderla di stretta attualità è stata la scelta operata dai dirigenti del torneo di Wimbledon, uno dei 4 trofei dello Slam, di escludere gli atleti russi dalle gare. Decisione criticata non solo dalle autorità del tennis mondiale, ma anche da singoli giocatori (a partire da Novak Djokovic). Sul tema — con una intervista al Corriere - interviene ora Giovanni Malagò, presidente del Coni. E la sua risposta è netta: il tennis deve «seguire le indicazioni del Cio. Dico no ai tennisti russi agli Internazionali di Roma». Certo, la Federtennis è contraria: «Ma la raccomandazione del Cio è nata dopo che la Russia ha commesso una gravissima violazione, mai successa in era moderna, la rottura della tregua olimpica durante i Giochi paralimpici. Ma ci rendiamo conto? Tutte le più importanti federazioni internazionali, sottolineo tutte (tranne la Federbasket europea che ha preso tempo, ma attenzione, l’Italia dei canestri, il suo presidente, l’amico Gianni Petrucci, ha già detto che la Nazionale non giocherà contro la Russia) hanno accolto e seguito le raccomandazioni del Cio. Solo il mondo del tennis si è stupito che Wimbledon abbia aderito al dettato del mondo olimpico internazionale». E quindi ora che cosa accadrà? «Ora Draghi prenderà la decisione migliore per il Paese», dice Malagò. L'intervista integrale è qui.
Finita la missione-lampo di Blinken e Austin, rientrati nella mattinata di oggi in territorio polacco, inizia ora quella di Antonio Guterres, il segretario generale dell'Onu. Guterres sarà oggi ad Ankara, domani a Mosca e giovedì a Kiev: un programma che ha fatto scattare forti critiche da parte ucraina. «Non è una buona idea andare a Mosca: non capiamo la sua intenzione di parlare col presidente russo Vlamdimir Putin», ha detto Igor Zhovka, vicecapo dello staff di Zelensky, avvisando che Guterres «non è autorizzato» a parlare per conto del governo ucraino nei suoi sforzi di pace. «Anche molti parlamentari americani, democratici e repubblicani, hanno fatto la stessa osservazione», nota il corrispondente da Washington del Corriere, Giuseppe Sarcina, e «l’Amministrazione Biden ostenta indifferenza».
Un enorme incendio è scoppiato in un deposito di carburante a Bryansk, in Russia, non lontano dal confine con l'Ucraina. A confermarlo sono state le agenzie di stampa russe, che non hanno però fornito dettagli né sul numero di eventuali vittime, né sulle possibili cause dell'esplosione. Non ci sono dettagli, al momento, neppure sul fattoche questo rogo sia collegato alla guerra in Ucraina, anche se l'esercito russo, giorni fa, aveva detto che elicotteri ucraini avevano colpito «edifici residenziali» nell'area, ferendo 7 persone. Bryansk si trova a 150 chilometri dal confine con l'Ucraina, vicino alle regioni di Sumy e Chernihiv.
Bryansk pic.twitter.com/82ELKwlwxr— OSINTtechnical (@Osinttechnical) April 25, 2022
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2 locations seem to have been set alight in Bryansk, Russia. A storage yard located at 53.212889, 34.447078, and a Rosneft refinery located at 53.225075, 34.457078 https://t.co/gB3iajCFQu pic.twitter.com/RVZb0Lvcru— OSINTtechnical (@Osinttechnical) April 25, 2022
2 locations seem to have been set alight in Bryansk, Russia. A storage yard located at 53.212889, 34.447078, and a Rosneft refinery located at 53.225075, 34.457078 https://t.co/gB3iajCFQu pic.twitter.com/RVZb0Lvcru
Il segretario di Stato e quello alla Difesa americani Antony Blinken e Lloyd Austin si sono recati ieri a Kiev, in quella che è stata la prima visita di altissimi rapprsentanti dell’Amministrazione di Joe Biden in Ucraina dall’invasione russa, e sono rientrati stamani in territorio polacco. Durante il loro viaggio, Blinken e Austin hanno annunciato due importanti sviluppi: - il graduale ritorno a partire da «questa settimana» di una presenza diplomatica Usa in Ucraina; - un ulteriore aiuto militare, «diretto e indiretto» di oltre 700 milioni di dollari a Kiev. Circa 300 milioni serviranno per consentire a Kiev di acquisire sul mercato gli armamenti di cui ha bisogno; il resto andrà agli alleati regionali dell’Ucraina che hanno fornito aiuti militari e hanno bisogno di ricostituire le loro scorte di armi.
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