Rebus ricarica in condominio per Andrea. Ha ordinato un’elettrica, ma pone una questione di grande attualità. Molti condomini, progettati quando al massimo nei box auto avevi bisogno di una lampadina, dispongono di un impianto elettrico desueto. Appoggiato a un unico contatore condominiale. Ma se, come nel caso del nostro lettore, desideri ricarica l’auto nel box, va ripensato il tutto. Ma come? Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i quesiti vanno inviati a info@vaielettrico.it
“L ettore accanito di Vaielettrico, per interesse tecnico, adesso ho acquistato l’auto elettrica e sono iniziati i problemi (ancora prima che il mezzo sia arrivato….). Scrivo per condividere con altri la situazione, avvertire, o magari anche sollevare una discussione per vedere che soluzioni sono state adottate. Sostanzialmente, abito in condominio e ho il box semi-interrato insieme a tutti gli altri,, in totale 25 unità. Adesso abbiamo la corrente elettrica in comune. A seguito dell’arrivo di un’auto elettrica vorrei scollegare la linea comune (o anche lasciarla, ma solo per la luce…) e portare un cavo adeguato dal mio contatore. Sarei propenso ad utilizzare un 10 mmq per potenza massima di 6 kw. Con relativo sezionatore differenziale, naturalmente. Ma l’amministratore dice che non è possibile in quanto i pompieri richiedono un sezionatore meccanico esterno, nel corsello, per togliere corrente ai box da fuori in caso di incendio. Cosa che nel mio caso non sarebbe possibile in quanto il punto di partenza, cioè il mio contatore, sta nelle cantine che sono chiuse ed ad alcune decine di metri di distanza“ .
“ Ed ovviamente non si parla di portare una nuova linea Enel solo per la ricarica auto, sarebbe da fare per tutti, dovrebbe essere da almeno 150 kW con costi improponibili. Mentre nella mia idea iniziale, essendo il tutto collegato al salvavita che già c’è, la protezione sarebbe stata automatica e sarebbe bastato aumentare di 3 kW la potenza del contatore. Da voi è già arrivata traccia di questo genere di problema.Qualcuno ha trovato soluzione, economicamente ragionevole intendo? Ritengo che il problema sia attuale e condiviso, anche perché ormai sulle linee dei box si stanno aggiungendo gli assorbimenti di biciclette e scooter elettrici, che se sono un paio non vengono rilevati mentre se diventano tanti faranno saltare il contatore generale, senza contare che non è onesto sfruttare la corrente condominiale per ricaricare mezzi privati….. Credo che l’argomento potrebbe essere spunto per un po’ di riflessioni, magari da discutere fra tutti i lettori…“. Andrea Bianchi
Risponde Paolo Mariano – La questione che lei pone è di grande attualità per molti acquirenti o potenziali tali. E questo è ovviamente un peccato. Perché se, come scriviamo spesso, a oggi l’auto elettrica va bene per chi la può ricaricare a casa, bisogna che poi questo si possa fare in modo più o meno agevole. Ora, quanto afferma l’amministratore del suo condominio è corretto. I vigili del fuoco devono avere la possibilità di effettuare lo sgancio togliendo corrente ai box dall’esterno, in caso di incendio. Ma, a meno di particolari ostacoli nella stesura di un cavo che percorra le poche “decine di metri” fino al suo contatore, direi che lei può certamente rispettare anche questo requisito. Si tratta solo di fare verificare a un elettricista la distanza effettiva e la realizzabilità di una canalina (se questa può correre lungo una parete o un soffitto). O la necessità di uno scavo (in questo caso certamente più oneroso).
Purtroppo, è vero, alle volte interventi di questo tipo in condomini di una certa età possono essere più onerosi per il singolo condomino. E spesso l’assemblea non è particolarmente proattiva nel voler mettere mano all’impianto comune in vista della possibile adozione massiva di auto a batteria. Tuttavia il mio consiglio è quello di interpellare il suo elettricista di fiducia e chiedere un preventivo. Sono piuttosto convinto che, a meno della necessità di scavi, la stesura del cavo (anche se di alcune decine di metri) non costituirà un onere tale da ostacolare l’installazione. Ovviamente, come lei stesso suggerisce, se qualche lettore della nostra community ha degli ulteriori suggerimenti, questi sono sempre ben accetti! Rimandiamo tutti, comunque, agli altri articoli già pubblicati sulla ricarica in condominio, con il link a una Guida pratica sul tema.
Buongiorno sono un progettista antincendio, e pertanto rispondo da tecnico non da proprietario di auto elettrica. Premesso che l’autorimessa in questione dovrebbe rientrare nella soggettibilità alla S.C.I.A. con deposito di progetto e rilascio di titolo autorizzativo da parte del Comando di Prevenzione Incendi di competenza, i Comandi dei V.V.F. non impediscono nulla riguardo alle installazione di colonnine di ricarica tanto che, è stata emanata una Circolare 05 novembre 2018 n.2 “guida alle installazioni di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici”. Premetto che l’interruttore di sgancio citato dall’amministratore dovrebbe già essere presente al servizio dell’impianto elettrico dell’autorimessa, e l’impianto dovrebbe essere stato eseguito secondo le norme UNI CEI 64-2 con rilascio di Dichiarazione di Conformità da parte della società o impresa che lo ha realizzato, indi per cui non sarebbe questo il problema. Io consiglio al condominio di contattare un tecnico abilitato antincendio (ingegnere, geometra o perito industriale) che fatte le verifiche del caso, relazioni gli adempimenti prescritti nella su citata circolare e dopo gli adempimenti che a questo punto possono essere attuati per più proprietari, aggiorna il fascicolo agli atti del Comando di zona (S.C.I.A. o il C.P.I. con una dichiarazione di non aggravio di rischio). Ovviamente se l’impianto elettrico (illuminazione, forza motrice o terra) non fosse adeguato, va adeguato in toto in virtù della richiesta del punto di ricarica. Nella suindicata circolare sono descritte esaustivamente come vanno realizzate le colonnine di ricarica. Cordiali saluti. Antonello SCHIANO
io avevo lo stesso identico problema, perché il contatore dell’appartamento era distante dal box ed avrei dovuto fare uno scavo chiedendo il permesso al condominio ecc.ecc. Fortunatamente la linea dei box e’ di 10Kw, e per ognuno era già presente un contatore defalco, altrimenti aggiungerlo costa poche decine di€. Ho fatto adeguare la mia linea del box con tanto di automatico ecc. e con circa 800€ pul wall box ho risolto. L’unica cosa e’ che occorre chiedere il benestare al condominio
In linea di massima non è una cosa da chiedere all’amministratore di condominio ma ad un elettricista che saprà trovare la soluzione tecnica migliore.
Ho avuto lo stesso problema in condominio di 30 anni,l’impossibilità di collegamento al contatore di casa e amministratore che non capisce che tra qualche anno sarà un problema che dovrà risolvere comunque,per ora ho fatto installare dall’elettricista del condominio un contachilowatt e un salvavita e carico una mercedes A250e
Certo che acquistare in auto senza pensare prima mi fa sorridere.
Non vedo nulla di eclatante. Si installa in ogni garage una bobina di minima tensione, sotto la quale si mette l’impianto elettrico privato del garag stesso. Quando non c’è più tensione nell’impianto comune (a seguito di stacco da pulsante di emergenza o intervento del magnetotermico) la bobina sgancia e toglie tensione ai nostri garage. Quindi la richiesta dei VVFF è rispettata,togliere tensione a qualsiasi impianto presente.
Dalla descrizione nell’articolo non è chiaro se esistono già le bobine di sgancio per la corrente che circola nei box, forse esiste un solo contattore per tutte le parti comuni (compresi i box?)
La bobina di minima la deve prevedere chi ha il garage, se c’è la luce condominiale nel garage non serve altro.
Situazione analoga nel mio condominio fatto 25 anni fa. Ho parlato con l’amministratore che naturalmente ha tirato fuori 100 problemi. Allora gli ho detto che avrei installato un contatore e un magnetotermico da 16A. Ho controllato personalmente l’adesione dei cavi e il sezionatore a monte. Infine ho installato una schuko e così carico la mia C-zero a 10A tutte le sere. Quando l’amministratore me lo chiede gli mando una foto dei kWh consumati ecc. Prima o poi metto il fotovoltaico e stendo una linea dedicata . Saluti
Anche da me stesso problema. 25box seminterrati (è questo il fattore che fa scattare la faccenda VVFF). L’amministratore ha proposto una soluzione basata su portare propria linea da sala contatori per chi interessato e subito dopo i contatori mettere per ogni linea un contattore che sgancia tutte le linee indipendenti con unico comando fatto da pulsante di sicurezza disponibile nel corsello. Sono 2 anni che se ne parla e ancora stiamo aspettando il preventivo, nel frattempo, meteo permettendo, carico a 10A con prolunga di 15mt (sez. 4mmq) dalla presa del balcone con dovuto sezionatore, parcheggiando l’auto “abusivamente” sulla rampa comune e lasciando il box vuoto. Fortuna che con i km che faccio mi basta una carica ogni 10gg circa. No comment!
Buongiorno a tutti. Pe fortuna le regole di prevenzione incendi di autorimessa sono molto, molto chiare. Non si può inventare nulla. La regola è che deve esistere l’interruzione di emergenza onnipolare generale attuata da posizione facilmente accessibile, che nei casi che indicate non può essere che da esterno autorimessa. E’ già sempre stato un problema perchè alcuni box venivano alimentati direttamente da linee private, ma la soluzione tecnica e più semplice era di eliminare tali linee private e inserire contatori a defalco per ogni box. Qualcuno tenta il sistema indicato da Natale, ma elettricamente parlando è già un “peccato quasi mortale” (contattore “ad inizio linea privata” e quindi ovviamente esterna alla autorimessa, obbligatorio, che resta sempre in tensione, alimentato da linea di autorimessa condominiale che se ne va a spasso all’esterno della autorimessa ecc ecc.) Immaginate se ciò fosse eseguito e moltiplicato per altri utenti. Da elettrico posso dirvi che sarebbe follia pura. Sempre da elettrico vi dico che esistono norme CEI di installazione e non ci sono soluzioni che potrebbero superare una perizia in merito ad un impianto inentato. Qualunque incidente diventerebbe questione penale. Poi gli impianti elettrici di autorimessa devono per legge essere progettati da professionista abilitato (e vorrei conoscere chi potrà mai prevedere tali soluzioni) e poi l’installatore deve anche credere che non sia un progetto boiata e ne ha l’obbligo di rifiutarsi di certificare l’opera. Non vedo proprio soluzioni, e questo mi permetto di dirvi che è solo l’inizio dei veri problemi che devono ancora nascere (mancanza di linee elettriche, mancanza di cabine di trasformazione ecc ecc) E’ ciò che in altro campo è successo alla larghezza delle strade quando è iniziata la motorizzazione… un augurio
fonte opucolo Motus-e per le ricariche domestiche e condominiali , che ho linkato nel post sotto premesso che l’impianto deve essere dimensionato premesso che oggi è impossibile che l’intero condominio o anche la maggioranza ,si legge più della metà dei condomini, abbia un’auto elettrica , in tal caso sarebbe un problema risolvibile ,invece che risolto. Ecco quello che dicono quelli di motus-e in un opuscolo da distribuire nei condomini italiani di cui ho postato un link nel post sotto
“Inoltre, il Dipartimento dei Vigili del fuoco, il 5 novembre 2018 ha stabilito che, allo stato attuale, non risulta che i veicoli elettrici presentino un livello di rischio di incendio e/o esplosione maggiore rispetto ai veicoli tradizionali; inoltre, le stazioni di ricarica delle batterie dei veicoli elettrici, allo stato attuale, risultano presentare rischi di natura prettamente elettrica e pertanto le infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici non rientrano fra le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi(8).”
“Ai sensi dell’Allegato I del D.P.R. n. 151 del 1 agosto 2011 “Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell’articolo 49 comma 4-quater, decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122”
insomma ,basta che l’impianto nel box sia a norma e certificato.. ai Vigili del fuoco non interessa nemmeno l’ispezione anzi a guardare le statistiche usa , la brobabilità di incendio è nettamente inferiore per le EV che per le elettriche se un’assicurazione anti incendio ci deve essere .. deve essere fatta prima per le termiche che per le EV
ripeto ; vale per impianti elettrici verificati e certificati da professionisti .
“la brobabilità di incendio è nettamente inferiore per le EV che per le elettriche” ovviamente volevo dire “la probabilità di incendio è nettamente inferiore per le EV che per le termiche”
quindi quelli di motus-e si prendono anche le responsabilità? perché a firmare in genere è l’elettricista, ed è a lui che vanno a chiedere conto poi
Motus-e é una associazione che promuove l’elettrico Si la responsabilità é dell’elettricista o del proprietario che non ha verificato che l’impianto fosse a norma I vigili del fuoco non c’entrano nulla
Perchè follia pura? Nel momento in cui il contattore sente l’interruzione della corrente di illuminazione dei box “stacca” la wallbox. A quel punto i pompieri non trovano nulla in tensione nei corselli box. Il progetto che mi hanno prospettato è validato da ingegnere elettrico iscritto all’albo (450€ solo per il progetto da integrare al progetto generale degli impianti esistenti). Il costo dell’inserimento del contattore nell’impianto costa 150€.
Ho risolto il problema stendendo un nuovo cavo (40 metri), ovviamente di adeguata sezione, dal contatore enel al Garge sfruttando gli spazi esistenti montando nr.2 protezioni, una a monte della linea e l’altra a valle prima della Wallbox. Il mio elettricista ha fatto il progetto, l’ha firmato e mi ha rilasciato la documentazione “la Dico e il documento della Camera di Commercio” in sostanza un certificato di conformità. La spesa è stata di circa 2300 euro di cui 1500 detraibili in 10 anni dalla dichiarazione delle imposte.
Io potrei essere in una soluzione analoga, mi saprebbe dire che tipo di protezioni ha inserito a monte e a valle della linea? Così posso proporle al mio amministratore
Prima di tutto io controllerei che nel box ci sia una presa elettrica se la presa elettrica c’è , DEVE ESSERE A NORMA se è a NORMA con la presa piccola italiana (presa tipo C) può attaccarci quello che vuole fino a 10A compresa l’auto elettrica ! con la presa grande (presa tipo L) addirittura fino a 16 A compresa l’auto elettrica
ovviamente non sarebbe corretto eticamente nei confronti degli altri condomini che non hanno un’auto elettrica , un frigorifero, un essiccatore per baccalà in garage ! 😀 se la presa c’è e 10 A le bastano , può proporre di mettere un piccolo contatore indipendente per una presa industriale da 16A con a monte un magneto termico differenziale tipo B da 10A e il suddetto mini contatore da 22 eur su amazon il problema è che quel contatore qualcuno dovrebbe leggerlo , a far le cose per bene ne servirebbe uno per ogni box ,anche per evitare segerie industriali, essiccatori di baccalà e pizzerie elettriche nei box a sbafo 😀 😀
i pompieri c’entrano poco con i garage , anche e soprattutto con le auto elettriche e se l’impianto del garage e certificato da un elettricista
su motus-e trova indicazioni per controbattere a tesi assurde di amministratori di condominio poco informati
https://www.motus-e.org/news-associative/il-vademecum-per-le-ricariche-condominiali-e-private-2020
Mi spiace, ma i VVFF c’entrano, eccome!. Se i box sono oltre un certo numero (non ricordo esattamente, ma credo una ventina), è necessario avere un CPI (Certificato Prevenzioni Incendi) da sottoporre ai VVFF. L’amministratore è tenuto ad aggiornare periodicamente tale certificato ed è in prima istanza il responsabile della sicurezza. Io ho atteso 15 mesi, cercando una soluzione che non fosse quella di stendere una linea dedicata, collegata allo sgancio per i VVFF. Soluzione ideale per tutti, ma decisamente costosa se fatta singolarmente. Viceversa se si sfruttassero il lavori per adeguare più box, la spesa sarebbe assolutamente sostenibile (per tale ragione ho deciso di temporeggiare per qualche anno). Ad allora è passato giusto un anno e nulla si è mosso, e credo che il mercato molto “ingessato” non mi stia danno una mano.
E un problema che inizia ad affiorare nei vari condomini . Abito in una palazzina che conta 167 box ,alcuni box 100 sono collegati ai contatori dei proprietari mentre altri 67 sono su cavo comune . Oggi tre auto elettriche caricano sui cavetti della luce comune creando pericolosi problemi e fortunatamente facendo saltare la luce . Bisogna prendere in mano il progetto urgentemente e l amministratore sta sottovalutando il problema . Soprattutto dei pompieri Certo che predisporre 167 box con 3 kW ciascuno vuole dire 501 kW !!! Ci serve un buon progettista elettrico
Il problema viene risolto derivando una linea dall’impianto di illuminazione comune dei box che alimenterà un contattore bipolare che permetterà lo sgancio di sicurezza dei VVFF all’impianto della wallbox nel momento in cui verrà a mancare la corrente (perché interrotta dai VVFF) dell’impianto d’illuminazione comune. Questo è quello messo in atto dalla società a cui mi sono rivolto per un preventivo per una wallbox nel mio box che ha lo stesso problema.
A chiarire: Nessuna alimentazione elettrica può essere contenuta all’interno del volume della autorimessa se non intercettata all’esterno di esso. Quindi è ok la logica elettrica del relè a valle del proprio contatore, PRIMA di entrare in autorimessa (vano contatori condominiale): sgancio la linea condominiale autorimessa e cade il relè di “potenza” della linea privata. Ma questa è una logica che deve passare al vaglio del progettista visto che il problema è di linea autorimessa e quindi progettato e poi certificato dall’installatore e quindi obbligatorio (non elettricista, ma progettista – ing o perito elettrotecnico iscritto all’albo). E il progettista avrà dei bei problemi in quanto si forma un misto di diverse tensioni (anche fasi diverse) tra linea autorimessa che arriva ad alimentare il contattore e linea privata ai morsetti di potenza del contattore. Il tutto si deve immaginare moltiplicato per il numero di utenti interessati. Poi il relè è ovviamente sempre in tensione, quindi ha un suo autoconsumo a carico del condominio, Poi la somma di diversi relè (che ovviamente devono essere contenuti in una propria scatola stagna e sigillata) porta il quadro dei contatori ad avere dimensioni necessarie. soprassiedo al problema dei rumori della vibrazione dei contattori, della temperatura sviluppata (sono sempre bobine alimentate) ecc. Non è non risolvibile, ma veramente delicato perchè eseguito in ambiente privato (armadio contatori). Ovviamente esistono relè motorizzati con bobina di sgancio, mantenuto attivo in tensione o comandato con lancio di corrente ecc ecc. Ma alla fine, chi garantisce con certezza che il tutto funzioni per tutti e che non esista neppure per errore ancora tensione in autorimessa? P.S. arrivo dalla manutenzione e queste cose sono all’ordine del giorno!
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