BOLOGNA - La Squadra mobile di Bologna li teneva d'occhio da tempo: a colpire gli investigatori, la loro capacità di approvvigionarsi di cocaina e di rivenderla sul territorio italiano. Una maxioperazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna ha portato al sequestro di 760 kg di cocaina e 341mila euro e all'arresto di cinque persone: un italiano di 67 anni e quattro dominicani fra i 25 e i 47 anni, quasi tutti pregiudicati, di cui tre residenti a Bologna e l'altro ad Arezzo. Tutta la cocaina sequestrata avrebbe fruttato 60 milioni di euro.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Roberto Ceroni, hanno permesso di scoprire che la droga arrivava al porto di Vado Ligure (Savona) da Santo Domingo con navi cargo che trasportavano container da 22 tonnellate ciascuno di pellame bovino grezzo: fra uno strato e l'altro, all'interno di apposute tasche, venivano nascosti pani di cocaina sottovuoto di circa mezzo kg l'uno. Individuarla non era semplice, visto che tutto il pellame, pressato e maleodorante, era impregnato di sale. L’organizzazione dominicana poteva contare sull’appoggio di una società italiana della provincia di Pisa, facente capo ad un imprenditore italianoche opera nel commercio di pellame. La sua identità è stata scoperta seguendo un'anomala trasferta della banda dominicana a un casolare nel Vicentino, che si è rivelato una delle basi logistiche dell’organizzazione. L'uomo aveva a disposizione anche un capannone industriale, sempre nel Vicentino, dove nella stessa giornata un camion ha scaricato 16 bancali, corrispondenti al contenuto di un container.
L'ipotesi degli investigatori è che la droga arrivasse dal porto di Vado Ligure all'anonimo capannone vicentino; da lì, estratta dagli strati di pellame, veniva spostata nel casolare; a quel punto la banda la prelevava nascondendola nel doppifondo di alcune auto per essere trasferita a Bologna e in altre province italiane. Lo conferma anche il fermo di una macchina perquisita a fine gennaio sull'autostrada all'altezza di Altedo: nel doppiofondo erano stati trovati 18 kg di cocaina. Alla guida dell'auto, un pregiudicato dominicano.
Pedinando i sospettati, all'alba del 17 febbraio la Squadra mobile ha fatto irruzione nel capannone vicentino, trovando quasi 500 pani di cocaina pari a circa 260 kg, e sequestrando denaro. Altri 237 kg sono stati individuati al porto di Vado in un container di pellame, mentre a Santa Croce sull'Arno (Pisa), in un magazzino doganale, è stato individuato un altro carico destinato all'imprenditore italiano: anche in questo caso, occultato fra il pellame bovino, vi erano oltre 230 kg di droga.
L'arresto del più giovane degli indagati, un 25enne dominicano, è avvenuto invece a Bologna: in un garage in zona Barca erano stati stoccato 12 kg di polvere bianca, e materiale per il confezionamento della droga. Il denaro sequestrato dalla Squadra mobile è stato rinvenuto in gran parte a casa dell'imprenditore (poco meno di 300mila euro) e nell'abitazione di uno dei dominicani arrestati (38mila euro).