Una rivista da leggere e un libro da conservare.
Dopo una prima edizione con risultati oltre le aspettative, diventa un format da poter esportare anche in altri centri oncologici 'Il filo di Arianna', ideato dall’équipe di psicologi e oncologi dell’Istituto Nazionale dei Tumori, di Milano ededicato alle pazienti con il tumore metastatico al seno per aiutarle a trovare l’equilibrio necessario per condurre una vita normale.
Il progetto, presentato oggi allo Spazio Alda Merini del capoluogo lombardo, è nato grazie alla collaborazione con GO5, associazione non profit costituita nel 2017 per dare un supporto concreto alle pazienti in cura all'Istituto.
L’idea è stata quella di finanziare progetti di aiuto alle malate coinvolgendo altre donne in difficoltà, come ad esempio le detenute. Il primo passo è stato avviare una collaborazione con il carcere San Vittore a Milano, dove sono stati creati e offerti turbanti, il copricapo ormai più usato dalle donne che a causa delle terapie perdono i capelli. Successivamente sono state coinvolte le detenute del reparto di alta sicurezza di Vigevano, le quali, in collaborazione con Caritas, confezionano borse ed altri accessori, tra cui gli immancabili turbanti, disegnati da Helen Field, proposti in eventi solidali (Velvet&Friends).I tessuti provengono da campionari o di fine collezione donati da aziende tessili, come le comasche Ratti e Clerici Tessuto, o da imprenditori del settore come Max Pavesi, all’insegna dell’economia circolare. Proprio il ricavato della vendita di questi accessori è stato utilizzato per finanziare il Filo di Arianna.
Durante l'incontro, illustrati i risultati della prima edizione del progetto, che si concretizza attraverso cicli di incontri di gruppo a cadenza settimanale, sia in presenza sia via web, in cui psicologi, oncologi, terapisti del dolore, radioterapisti, nutrizionisti ed anche dermatologi ed esperti di make up, affiancano le donne nel loro percorso di cure.
All'evento sono intervenute Claudia Borreani, responsabile della struttura di Psicologia dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Luciana Murru e Sara Alfieri, psicologhe e coordinatrici del progetto. Insieme a loro anche l prof. Alberto Scanni, presidente emerito del Collegio Primari Oncologi Ospedalieri.
Alcune attrici del CETEC-Centro Europeo Teatro e Carcere, con un suggestivo reading, hanno dato voce alla testimonianza di una paziente.
Guarda il video con Gilberta Crispino, del Cetec "dentro fuori" San Vittore.
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