Le mascherine per il viso possono proteggere da una moltitudine di elementi potenzialmente pericolosi per la salute: polveri sottili, virus, allergeni e batteri. Per questo si utilizzano in ambiti anche molto diversi tra loro, come quello industriale e quello medico, solo per fare due esempi. La differenziazione avviene sia per il numero di veli presente, a renderle più o meno protettive per le vie respiratorie, oppure per classe FFP (ovvero filtering face piece). Per ogni occasione vi è una mascherina specifica e ormai si tratta di dispositivi che possono essere acquistati anche online da rivenditori specializzati. Ad esempio, è possibile guardare alle mascherine sul sito di Rs Components, portale di riferimento nella distribuzione di articoli e accessori professionali dei migliori marchi disponibili sul mercato.
Le mascherine sono realizzate al fine di coprire opportunamente bocca e naso, spesso con l’ausilio di elementi in plastica da adattare e stringere proprio su quest’ultimo. I lacci laterali devono risultare confortevoli e morbidi e spesso si impiega il medesimo materiale (ad esempio il TNT) della mascherina per una comodità maggiore.
Una mascherina a singolo velo in materiale cartaceo va bene per utilizzi in cucina o in casa, magari durante le pulizie, o anche a livello industriale ma non se sono presenti elementi pericolosi da inalare. Rigorosamente monouso, hanno durata limitata al loro semplice utilizzo.
Con due veli si può ritrovare il polipropilene e uno strato atto a bloccare i virus in occasioni di promiscuità come può avvenire nelle strutture ricettive, nei ristoranti, nelle spa e a volte anche in ambito sanitario. Similare ma più resistente sarà una mascherina con 3 veli, che oltre a presentare uno strato aggiuntivo, bloccherà anche germi e fluidi, mentre internamente assorbirà l’umidità di saliva o sudore.
Infine, una mascherina con 4 veli ha un ulteriore strato ai carboni attivi si impiega per bloccare il diffondersi di virus anche in situazioni mediche importanti.
Le mascherine di tipo FFP1 bloccano particelle di dimensioni medie e non tossiche o contenute nell’aerosol: in tal senso, si può avere un’efficienza che arriva fino all’80% negli ambienti industriali più semplici e meno a rischio per la salute. Sarà protettiva contro agenti tossici, invece, la FFP2, che blocca particelle più piccole anche ove vi sia lavorazione di minerali, metalli o presenza di fumi di ogni genere: lo strato designato a trattenere oltre il 94% delle particelle, infatti, è ai carboni attivi. Infine, con FFP3 si indica la mascherina con più alto livello di protezione ed efficacia che sfiora persino il 99%: qui si possono bloccare virus, batteri, emissioni tossiche e persino particelle potenzialmente cancerogene.
Ovviamente, tale protezione agisce in questi modelli in entrambi i sensi, ma qualora sia presente una valvola che dovrebbe garantire una respirazione più agevole a chi la indossa, la ‘potenza’ protettiva in uscita diminuisce drasticamente e si riduce fino a poco più del 20%.
Generalmente, tutti questi modelli sono monouso e dopo 8 ore in media di utilizzo la mascherina va cambiata, a meno che non vi siano condizioni di elevata umidità che richiedano una sostituzione anticipata. Esistono però dei modelli in tessuto lavabili, sia a mano che in lavatrice per un certo numero di volte prima di perdere il potere filtrante. Talvolta, sono venduti modelli in stoffa con filtri intercambiabili da cambiare a ogni utilizzo consentendo comunque di mantenere la mascherina principale più a lungo, anch’essa previo lavaggio.
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